Parte III: Il
canto della mosca
2.
Diana,
di scatto, allontanò da sé il manuale dalla copertina patinata e si prese la
testa fra le mani. Il suo compagno di tavolo – un ragazzo con zazzera ondulata
e occhiali cerchiati di celluloide – la guardò, lievemente accigliato, e spostò
la propria tazza di cappuccino al latte di soia. Quel moto sembrò riscuotere la
ragazza. Verificò rapidamente di non aver rovesciato il mezzo guscio di noce di
cocco contenente le bustine di zucchero e che non ci fossero macchie sul piano
in legno.
Il “Sottovento” era pervaso da note
di reggae. La Marisa badava ad asciugare alcuni bicchieri. Era pomeriggio e
c’era poca clientela – gli studenti del polo S. Tommaso sarebbero arrivati solo
di lì a due ore. Quei pochi – come lei – cercavano di studiare qualcosa, magari
con le cuffie nelle orecchie.
Diana
guardò il fondo grumoso della tazzina e si domandò se le servisse altro caffè.
Ma la sua mancanza di lucidità, forse, non dipendeva nemmeno da quello – più
che altro, da un ronzio che non abbandonava il suo encefalo. Si voltò verso lo
spazio fra il bancone e l’ingresso. In una teca di vetro, insieme a libri usati
da rivendere, l’ottima Marisa aveva posto in mostra il CD appena inciso dai
“Pains of Odin”. La copertina mostrava, su sfondo nero, un frassino dalle forme
alterate e contorte, con radici di cui non si distingueva l’origine; una lancia
rossa colpiva il tronco al cuore. Vi erano comprese canzoni suonate allo
“Spaziomusica” – sì, anche Sky on Fire. «Era
dedicata a te…» aveva sussurrato Diana a Margherita, allacciata al suo serico
corpo, dopo il concerto. L’altra aveva spalancato quei deliziosi occhi castani
(trasparenti e quasi dorati, da vicino) e le aveva regalato un sorriso beatifico.
Ora, la cantante si ritrovava ad
attendere, sul cellulare, una chiamata della sua musa, stranamente trasognata,
negli ultimi tempi. Il suo volto dalle labbra chiuse, come un bozzolo, pareva
sempre sul punto di annunciarle un mutamento – ma impossibile da definire.
[Continua]
Pubblicato sul quotidiano on line Uqbar Love (28 febbraio 2017).
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