Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere. Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...
Articolo molto interessante, i miei complimenti!
RispondiEliminaNota di colore: nel bresciano è molto probabile che in epoca longobarda fosse attivo un culto di Frea (nome longobardo per Frigg, da taluni invece ritenuta la stessa Freyja), la presenza di toponimi quali “Gambara”, regina veggente di questo popolo guerriero legata, come riferisce lo stesso Paolo Diacono, dal mito proprio alla Dea di cui sopra, potrebbe essere un indizio importante.