Non
so per qual dispetto di destino o fortuna, più annuso la contemporaneità, meno
me ne sento parte. Il Novecento –il secolo di plastica e televisione, dittature
e cerchiobottismo, consumi e miseria, futurismi e crepuscoli- mi parla meno
d’ogni altra epoca. Il secolo presente è neonato, dunque non ha ancora la
parola. Non mi serve ad alcunché cercare in manuali di storia e giornali. Gusti
e pregiudizi del XX secolo mi scivolano addosso. Probabilmente, sono una dei
pochissimi che, quando vedono una croce celtica, pensano ai monaci irlandesi
anziché agli Skinhead. Oppure, che guardano all’università come a
un’associazione di professori e allievi, finalizzata alla libera coltivazione
del sapere. Il che implica un’allergia a burocrazia e ideologismi.
Chi sono io, allora?
Io
amo Faust e la sua ricerca senza meta, la sua vita perpetuata dal Desiderio in
quanto tale. Amo Parsifal, il “puro folle” che non conosce neppure il proprio
nome e si riscatta solo quando perde l’innocenza. Amo i clerici vagantes, nei quali “alto” e “basso” si fondono,
ridefinendosi a vicenda. Ho una scala di valori “borghese”, nel senso in cui
l’avevano Guido Guinizzelli e Giovanni Boccaccio: la “nobiltà” è cosa
dell’intelletto e non del sangue; in una persona, apprezzo più un po’ di
cultura o talento che tutti i cognomi del mondo.
Amo Cecco Angiolieri e la sua insofferenza a prendere (e prendersi) sul serio. Amo Salomé e la sua solitudine insaziata.
Amo Cristo, con la Sua misteriosa natura e il Suo essere nel mondo, ma non del mondo.
Amo
l’abnormità di Dracula, il suo trionfo su un mondo “evoluto” che vorrebbe
negare la sua esistenza con disprezzo. Amo Anne Rice e i suoi eleganti tormenti
di spirito, i suoi guizzi d’umorismo, la sensazione dei suoi personaggi di non
essere “a casa” in alcun luogo. Amo William Shakespeare, l’abissalità del suo
pianto e del suo riso, la compresenza di tragedia e farsa nelle sue opere come
in una multiforme e barocca pittura.
Amo
le maschere nude di Luigi Pirandello e il loro umorismo, la cui ambiguità è
Verità paradossalmente assoluta.
Se è vero che ognuno di noi è ciò
che ama, questa ricognizione è tutto quel che mi serve per rispondermi.
questo non lo avevo ancora letto.......mi era sfuggito..brava come sempre, anche sotto i riflettori di una luce nuova ^_^
RispondiEliminaSei troppo buono tu, invece... :p Come va? :-) P.S. La tua Firenze è stupenda. Non che ne dubitassi... ;)
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