Fonte: mymovies.it |
È ambientato negli Stati Uniti,
durante la Seconda Guerra Mondiale. Vi sono ancora i reduci dalla Prima,
mutilati nel corpo e nello spirito, spesso alcolizzati; tanti altri vedranno
presto demolita la propria personalità e dignità nei lager. Non c’è periodo
storico migliore per ambientarvi la vicenda di una progressiva perdita
d’umanità.
Il protagonista è Stan (Bradley
Cooper). All’inizio del film, lo vediamo occultare un cadavere e dare fuoco
alla catapecchia in cui l’ha lasciato. Avendo così tagliato ogni ponte con la
propria esistenza precedente, trova un impiego in un circo dalle attrazioni
inquietanti: neonati deformi conservati sotto spirito, una donna che si fa
attraversare da scariche elettriche… e un “uomo-bestia” che si nutre del sangue
di animali vivi. Quest’ultimo, in particolare, è uno sventurato distrutto dai
traumi personali e dalla dipendenza da alcool e oppiacei. Si capisce che avrà
vita breve, ma questo non è un problema, per il suo padrone: può sempre
sostituirlo con uno qualsiasi dei tanti disperati tornati dalla guerra e finiti
per la strada. A farlo “imbestialire” penserà lui.
C’è
anche il numero di Zeena (Toni Collette) e di suo marito Pete (David
Strathairn): esibizioni di lettura del pensiero e altri trucchi dal sapore
occultistico. Stan è affascinato dalla loro arte, che sembrerebbe dargli potere
completo sulle menti degli altri e sui loro destini. Convince la collega Molly
(Rooney Mara) a lasciare il circo con lui. Con la ragazza quale assistente,
Stan ha successo come mentalista, ovvero prestigiatore che propone numeri di
telepatia. Ma, una sera, una donna dalla bellezza glaciale lo sfida e sembra
quasi mandare in pezzi l’illusione. È la dottoressa Lilith Ritter (Cate
Blanchett), psicologa: il suo nome è di per sé un programma, visto che è quello
della diavolessa seduttrice e fatale per eccellenza. Ma Stan non lo sa…
Convinto com’è di poter avere chiunque ai propri piedi (le donne in
particolare), avvia una relazione con la psicologa. Proprio lei gli fornisce
informazioni preziose sui drammi personali di uomini ricchi e potenti: quelli
che consultano Stan, convinti che sia un autentico medium e sensitivo. Dal
mentalismo, il protagonista passa quindi a praticare lo spiritismo e si
guadagna la fiducia cieca di personaggi simili all’odiato defunto padre, pronti
ad affidargli ingenti somme di denaro e la loro stessa anima.
Quanto proseguirà il pericolosissimo
gioco di Stan? Come andrà a finire? Forse, la chiave dell’enigma è da cercare
nell’interesse del protagonista per l’uomo-bestia e per un aborto conservato
sotto spirito col nome di Enoch: nato deforme, “inadatto alla vita”. Stan crede
nel destino e si crede destinato… a cosa? Ad essere superiore agli altri? A
sprofondare nell’abiezione? Le due cose, in realtà, non si escludono. Più Stan
perfeziona la propria arte di manipolatore, più diviene mediocre e privo
d’umanità. Mentre si crede “nato per questo”, agisce invece da artefice del
proprio destino. Alla fine della proiezione, si esce totalmente rimescolati, ma
con un pensiero: se chiunque ha in sé “la bestia”, ciò significa che nessuno è
davvero destinato a essere tale.
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