“Poeti, uscite dai vostri
studi…” (L. Ferlinghetti)
Il
PaviArt Poetry Festival è giunto
alla VI edizione. L’evento è stato organizzato dall’O.M.P. (Officina
Multimediale Pavese) e dalle Edizioni FarePoesia. Hanno collaborato l’Osteria
Letteraria Sottovento e il Gruppo Armonie Popolari. Il patrocinio è giunto
dalla Provincia di Pavia, ma anche dal Comune omonimo, in partenariato con
quelli di Travacò Siccomario e Zeccone. Il festival fa parte del progetto
P.A.V.I.A. (Partecipare, Abitare, Valorizzare, Ideare, Ascoltare la città),
realizzato nell’ambito dei Servizi agli studenti nei Comuni sedi di Università.
Ha visto il sostegno del Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio
dei Ministri e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Si
è svolto dal 23 al 25 novembre. Si è aperto con uno sguardo sulle realtà sociali e cittadine: la
presentazione del percorso didattico “Per una società libera dalla mafia”,
degli allievi dell’Istituto Statale Adelaide Cairoli. La mattina del 25
novembre è stata dedicata al “Fare Rete”, col convegno tra le associazioni
locali.
Gli
incontri di poesia vera e propria sono stati inaugurati dalla memoria di Charles Bukowski. Ne ha parlato Simona
Viciani, sua traduttrice in Italia. È emersa la persona dimessa e ironica
dell’autore, in viaggio su un’auto “vissuta” come lui. L’introduttore di questo
e degli altri reading, era, naturalmente, Dario Bertini: studente fuori sede e
giovane poeta, convinto sostenitore del Manifesto
di Lawrence Ferlinghetti: “Poeti, uscite dai vostri
studi,/aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte,/siete stati ritirati
troppo a lungo/nei vostri mondi chiusi.” L’appello è giunto anche a Milano,
rappresentata da figure come il “bardo” Vincenzo Costantino “Cinaski”. Il suo
pseudonimo ricalca, non a caso, l’alter ego di Bukowski. Anche lui –figura
barbata, da “gigante buono”- ritrae una realtà urbana disadorna, ma distillata
dai versi d’uno “sfaccendato”. Poi, è arrivata la chitarra di Folco Orselli,
coi suoi bar dove s’incontra una “stirpe di Caino” assai poco assassina e molto
franca. Una poesia aderente agli oggetti,
alle sensazioni concrete sembra essere la via per rilanciare quest’arte.
Naturalmente, senza che l’aderenza alla realtà rinunci allo spirito critico. Di
questo hanno discorso Guido Oldani, Tomaso Kemeny, Giovanni Giovannetti, Fabio
Franzin, Vincenzo Pezzella, Alfredo Panetta, Fabrizio Bianchi, Ottavio Rossani
e Lelio Scanavini. In questo pool, i
poeti erano affiancati a giornalisti e documentaristi. È seguita la
presentazione di riviste come Kamen e
Poliscritture, nonché di case
editrici quali FaraEditore e Puntoacapo. La microeditoria è il canale principale per la diffusione dei versi, a
fianco del web. La resistenza del
cartaceo al digitale è stata testimoniata anche dalla mostra di Mail
Art che ha fatto da sfondo al festival. “Arte postale”, inviata da ogni
angolo del mondo, al di fuori dei circuiti commerciali. Il formato delle opere
andava dalla cartolina al murale. Arte e movimento sono le parole d’ordine di Fluxus: un movimento nato nei
primissimi anni ’60, a opera di George Maciunas. La raccolta di materiali per
la mostra è stata organizzata da due suoi esponenti, Giancarlo Da Lio e Tiziana
Baracchi. Essi hanno fatto conoscere un’arte “disobbediente”, che “fa rumore”.
Il “rumore” è arrivato anche per opera della Brigata Topolino, che ha riso e
pianto sulla crisi con performance incisive. Giuliano Zosi ha denunciato quel
“bungabunghismo” che si prende gioco dell’Italia . I Miatralvia hanno tratto
dai “rifiuti” (scatole, fili di nylon…) la musica di Kraftwerk, ACDC e Pink
Floyd. Poeti locali, dialettali e non, accompagnati da voci d’altre regioni e
altri Paesi, si sono presentati con quiete letture o sfidati nella Slam Poetry
(“poesia cronometrata”). Da Milano, “Il Carro dei Testi” ha proposto la messa
in scena degli Esercizi di stile (R.
Queneau), incarnati da volti liceali o universitari. Ennio Abate ha resuscitato
la figura di Franco Fortini, “rimossa” dal panorama contemporaneo. Bertini ha
ospitato e introdotto i poeti che si vanno affermando attualmente: Dome
Bulfaro, Flavio Santi, Andrea De Alberti, Jean Robaey, Tiziana Cera Rosco.
Ettore Castagna e Giampiero Nitti hanno portato la musica pastorale di Calabria
e Lucania. Li ha seguiti la pavese “Corte dei Miracoli”, coi suoi canti di
guerra e Resistenza. Degna conclusione a tre giorni di combattivo sberleffo,
contro chi pensa che i versi siano “noiosi” e “avulsi dalla realtà”.
Ciao, grazie, anche se l'articolo è incompleto nelle partecipazioni e negli effettivi organizzatori. Saluti
RispondiEliminaPurtroppo, ho dovuto fare diversi tagli, per ragioni di impaginazione... :/
EliminaDa ricordare l'impegno degli organizzatori Tito Truglia e Claudia Ambrosini. Da non dimenticare anche l'aiuto indispensabile di Andrea Michielon, Costnza Gaia e tutti i volontari che hanno supportato l'evento.
RispondiEliminadario bertini