Dal 28 agosto al 18 settembre 2022, la mostra “In Essere” al Bar Borgomella ha avuto un ospite ancor più peculiare (se possibile) dei precedenti: C.L.ARTE365. È un insegnante di scuola dell’infanzia e non ha una lunga carriera di pittore alle spalle. La sua produzione è di carattere sperimentale. Ha una matrice psichedelica, grazie all’ispirazione data dai Pink Floyd e da una spiritualità basata sulla liberazione dagli schemi mentali precostituiti. Ciò è evidente già in una composizione che ricorda Guernica per il fatto di essere un nastro d’immagini senza soluzione di continuità.
A volte, il “trucco” è semplice.
Pensiamo all’ingrandimento di un particolare di una fontana di Enna: un volto
barbuto che sputa acqua davanti a una mano. Il focus su questo dettaglio crea
una scena che ricorda una sorta di creazione (il profilo del Creatore, l’acqua
che dà origine alla vita, la mano del Fattore). Né questa, né le altre immagini
sono contenute all’interno di un perimetro geometrico. Anche a questo ci
riferivamo, parlando di “liberazione dagli schemi”. L’osservatore è chiamato ad
aggiungere un’interpretazione propria, visto che l’opera ha una sorta di
linguaggio tutto suo, che sfugge al pittore. Questo – lungi dall’essere una
perdita di potere – è ciò che permette all’artista di dispiegare le possibilità
della propria creatività.
Fra le tele presenti, una era già
stata esposta durante la mostra dedicata alla Giornata della Memoria: Offerta
interamente bruciata, che traduce esattamente il termine “Olocausto”. Il Ritratto di Giorgio (figlio di C.L.ARTE365) mostra l’esigenza di trarre
comunque una figura, da una pittura che apparirebbe tanto astratta. Café Paris è una mitizzazione della Parigi degli anni ’20, mentre State Crime mostra un giocatore di baseball e alcuni dollari mimetizzati nell’immagine: una
denuncia delle violenze della polizia negli U.S.A. Selfie parla
dell’ossessione per la propria immagine: proprio la figura statuaria intenta a
riprendersi con lo smartphone è delineata a metà, si scioglie nel colore… come
se l’uomo stesse perdendo se stesso.
La silhouette casualmente formata
dai fondi del caffè ha suggerito invece il Gabbiano, emblema di libertà. Nel Sueño, un volto infantile naviga di un universo in cui sono stati annullati i
limiti di tempo e di distanze. “La madre”, invece, coi suoi colori freddi e
cupi, suggerisce un rapporto ossessivo coi figli, ai quali viene “richiesto” di
essere perfetti per distrarre gli adulti dalla propria imperfezione interiore. Senza nome, come suggerisce il titolo, rinuncia alle interpretazioni
concettuali per farsi psichedelica esplosione di colori; la presenza di un volto
tagliato a metà dal bordo del quadro suggerisce però sempre la presenza della
mente umana, che rende possibile quest’esperienza.
L’opera più provocatoria dev’essere
però In tutta onestà non penso di aver commesso un crimine: una suora con gli
occhiali scuri fuma uno spinello, concedendosi un respiro (è il caso di dirlo)
dalla sua regola di vita. Invece, il Signore siciliano è un omaggio alla
gentilezza e all’ospitalità sperimentate da C.L.ARTE365 in occasione del suo
viaggio sull’isola. Perché, nel cuore di un provocatore, può esserci una
gratitudine grande come in nessun altro.
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