La vicenda vede protagonista la
famiglia Taglioni, composta da celebri danzatori e coreografi. Fra i suoi
membri più noti, c’è Filippo (Milano 1777 – Como 1871): ballerino alla Scala,
poi direttore dei balli alla corte di Gustavo III di Svezia. Ma dobbiamo ricordare
soprattutto Maria Taglioni (Stoccolma 1804 – Marsiglia 1884), sua figlia e
interprete delle sue più acclamate coreografie. Nella sua vita in giro per
l’Europa, creò uno stile di danza in cui la tecnica mirava a effetti di
leggerezza ed elevazione: a questo servono le punte, ormai irrinunciabili nel
balletto classico. I Taglioni operarono in piena epoca romantica: anche la
figura della danzatrice diveniva sempre più un ideale etereo, una donna-angelo
intoccabile e perfetta. Se la ballerina classica è tuttora immaginata come un
cigno vaporoso e filiforme, lo dobbiamo all’eredità di quest’epoca.
Antonella Settura ha narrato di come
i Taglioni avessero lavorato a Parigi, alle dipendenze della corte di Francia:
non è un caso se la lingua della danza è tuttora il francese. All’epoca, in
Italia, i teatri preferivano l’opera lirica; agli inizi del Novecento, i
Taglioni e altri coreografi si trasferirono addirittura in Russia, poiché gli
zar prediligevano la loro arte. Questo creò una tradizione d’eccellenza che
continua ancora oggi (chi, per quanto profano, non ha mai sentito parlare della
leggendaria bravura dei ballerini russi?).
Nel primo Novecento, nacque il
metodo Cecchetti (dal nome del suo ideatore, Enrico Cecchetti). Dal 1917, a
Leningrado, fu invece elaborato il metodo (o sistema) Vaganova, così detto da
colei che lo creò: Agrippina Jakovlevna Vaganova, per l’appunto. L’inizio del
XX secolo vede quindi aprirsi una nuova pagina della danza: qui giungono le
ricerche della dott.ssa Settura. Durante l’intervista, lei ha sottolineato
l’importanza di personalità italiane (come i Taglioni) nello sviluppo di
diverse arti e nella loro diffusione in Europa. Tuttora – ha affermato – il teatro
è una delle eccellenze di questo Paese, nell’industria dello spettacolo. Sorprendentemente,
gli iscritti alle scuole di danza starebbero superando di numero quelli degli
iscritti alle scuole di calcio. Indice di una nuova popolarità? Di certo, la
grazia e la gradevolezza del balletto sono le benvenute in molte forme di
intrattenimento, televisione compresa; si tratta di una forma d’arte che
comprende moltissimi stili, anche quelli più “leggeri” e divertenti. Possiamo
fare alla danza i migliori auguri per il futuro.
Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 184 (ottobre 2022), p. 15.
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