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Davanti all'osteria letteraria





Vorrei un bicchiere di succhi della terra,

più caldi del giorno, più densi della notte,

e sedermi nel rollio delle voci,

mentre spira una brezza di canzoni.

Il mare ha una porta, quattro mura

e qualche nave chiazzata di brocche.

La più grande ha un ponte

riverberante di promesse

imbottigliate –quelle di sora nostra

gioia corporale−

anche lo spirito ha densità, trasparenza e gradazione.

Fatemi uscire, fratelli,

dal cerchio del mito;

insegnatemi la tensione della rotta.

E qualcuno sventola il foglio del giorno,

mentre si plaude al mozzo tanto bravo

a far danzare il pianoforte

−un’acrobazia di piedi infinitesimi

sull’ottovolante di quest’aria,

nella nostra navigazione sottovento.



All’Osteria Letteraria Sottovento di Pavia



Compresa in: AA. VV., Tracce 3, Roma 2015, Pagine, p. 67.

Commenti

  1. 'Sti poeti! la si sapeva ordunque, essi son bravi parolieri, ma anche bravi acrobati coi bicchieri: sul foglio il divino, nei bicchier il vino. a tal fine libiam ;-)

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