Nel mondo delle fiere letterarie, hanno posto piccoli grandi eventi come quello organizzato alla Biblioteca Civica "Don Milani" di Bonate Sopra (BG): la prima Piccola Fiera degli Autori (29 - 30 marzo 2025).
![]() |
Marco Conti e Raffaella Franceschini |
L'organizzatore era Cristiano Pedrini, bibliotecario e scrittore. Nel calendario, hanno trovato posto workshop di drammatizzazione e letture animate per bambini, nonché bancarelle di volumi.
Il "piatto forte", però, erano (appunto) gli incontri con gli autori, che hanno presentato le loro opere in "interviste doppie".Il primo romanzo è una storia d'amore che ruota intorno a un tema delicato: quello dei segni lasciati da una violenza. Sky è una ragazza che lascia Chicago per trasferirsi a Milano e lavorare in un ristorante. Lo chef è Manuel, determinato e persino sfrontato, con una carriera brillante. Forse, proprio per il contrasto di personalità, è interessato a quella ragazza timida e silenziosa. Ma il segreto che lei porta dentro di sé è più grande di quello che Manuel può immaginare...
Franceschini ha dedicato un minuzioso lavoro di preparazione alle parti riguardanti la violenza, scrivendone altre di getto. Scrive per passione fin da bambina, ma solo durante la seconda gravidanza ha debuttato con un romanzo. Ora, gestisce gli impegni di mamma, insegnante e scrittrice.
Marco Conti si è ispirato a un episodio personale: un amico di famiglia che lo avvicinò durante un funerale, per poi rendersi irrintracciabile. Allo stesso modo, il protagonista del romanzo (uno scrittore in declino) viene contattato in un cimitero da un misterioso figuro, che dice di avere una storia di sicuro successo da suggerirgli. La promessa è ghiotta, ma coinvolgerà lo scrittore in una situazione incontrollabile. Conti ha voluto lanciare una provocazione alla società odierna, basata su rapporti con perfetti sconosciuti (i contatti social) di cui ci fidiamo superficialmente. Franceschini ha invece inviato un messaggio di fiducia nella vita, insieme a un urlo di dolore e sete di giustizia.
![]() |
Matteo Nicodemo |
Dopo, è stata la volta di Matteo Nicodemo e del suo monologo Venezia Quasi Teatrale. Anche questo intervento ironico e acuto si basava su esperienze personali. Era il resoconto di un viaggio sulle orme del poeta Iosif A. Brodskij (1940-1996), che parlò della città lagunare nelle sue Fondamenta degli Incurabili (1989). Ma quel pellegrinaggio letterario si è ben presto trasformato in un labirinto semiserio, complice la topografia di Venezia: una città che cerca di spennare i turisti coi souvenir, ma anche di farli perdere per le calli, alla scoperta di storie tenebrose o piccanti, specchi che hanno visto troppa gente, monasteri armeni e personaggi storici. Di certo, anche in mezzo alle disavventure, Venezia è una città bella... e la bellezza è la madre dell'etica, diceva Brodskij.
Più tardi, è arrivata un'altra doppia intervista: quella con Daniele Ossola e Roberta Mangili. Il primo ha avuto una vita alquanto avventurosa: informatico ed economista, ha vissuto in Inghilterra e in Sudafrica. Ha così avuto modo di sdegnarsi verso il classismo inglese e l'apartheid sudafricana. Nato come autore teatrale ispirato a Shakespeare e a Chaucer, è diventato un giallista, grazie alla sua fascinazione per Sherlock Holmes e la razionalità del linguaggio informatico. A Bonate Sopra, ha presentato proprio il suo ultimo giallo: Identità in conflitto. Africa e dintorni (PlaceBook Publishing, 2023). L'ambientazione, naturalmente, è sudafricana. Le avventure del protagonista si svolgono in un Paese profondamente modificato dalla colonizzazione, parte di un continente che possiede preziose risorse energetiche.
Mangili, invece, si era concentrata sulle Alpi lombarde. Il suo Sabèl e la valle del Gleno (Bolis, 2024) prendeva spunto proprio dalla tragedia della diga sul Gleno: nel 1923, crollò inondando parte della valle di Scalve in provincia di Bergamo e parte della Valcamonica in provincia di Brescia. Molte delle vittime furono bambini.
![]() |
Roberta Mangili e Daniele Ossola |
Di questi fatti narra nonno Alessandro, il Sabèl del romanzo: in dialetto, vuol dire "Alessandro bello" ed era il vezzeggiativo con cui lo chiamava suo padre. È un pastore di capre della valle di Scalve. Nel 1980, arriva da lui il nipote Giovanni: è in "vacanza di punizione" per essere stato bocciato. Grazie al rapporto col nonno, il ragazzo scopre quale potrebbe essere la sua strada...
Tutt'altro mondo rispetto a quello raccontato da Ossola, in cui gli Inglesi cercano di fare affari con le piantagioni africane di tabacco. La loro arroganza avrà un prezzo anche per loro. In questo, trovano posto anche personaggi storici come Onassis e Grace Kelly. Mangili sensibilizza all'importanza di tutelare le valli alpine, con il loro patrimonio naturale straordinario; Ossola richiama alle responsabilità degli europei negli equilibri internazionali. In tutti i casi, la letteratura dimostra il proprio potere: quello di analizzare la realtà e di proporre possibilità.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.