Quando si dice che l’argomento “mafie” non è mai “troppo lontano”, lo si dice sul serio. Un locale confiscato alla criminalità organizzata esiste anche a Manerbio, in via Verdi 94. Qualcuno lo ricorda per la pizzeria che ospitava; ma il pizzaiolo, ovviamente, era solo un ignaro affittuario con le mani pulite.
Circa due anni fa, l’amministrazione comunale di Manerbio fu contattata dall’ANBSC (Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati). La proposta era quella di occuparsi della nuova destinazione di questo immobile. Un compito non facile, ma che è stato intrapreso. Che fare? Concedere il locale a un’associazione o a un’attività commerciale? È stato trovato un modo per salvare capra e cavoli: assegnare lo spazio alla Jangada, un’associazione manerbiese che esiste da più di vent’anni e che ha scelto come simbolo la tipica imbarcazione dei pescatori brasiliani. Essa gestisce un punto vendita Altromercato, dedicato al commercio equo-solidale. Ciò significa che le svariate merci proposte (alimentari, libri, artigianato, articoli religiosi) provengono da terre confiscate alla mafia, o da piccoli produttori del Terzo Mondo, o da progetti alternativi alla grande produzione di massa.
Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 192 (giugno
2023), p. 3.
Ma il pizzaiolo? Voglio sperare che non si sia ritrovato in mezzo ad una strada.
RispondiEliminaOvviamente no. 🙂 Una volta scaduto il contratto d'affitto, si è trasferito, anche se non so a quale indirizzo esatto.
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