Invece, la sua vita diviene sempre
più amara e solitaria. Perché quell’ombra, apparentemente così inconsistente,
era il marchio della sua concreta umanità. Era il segno del suo essere reale e
vero. Senza ombra, non c’è una persona, ma solo un fantasma. Un vuoto.
Ecco, dunque, che l’ombra ha un
peso. Tutto quel che è escluso dalla convenzionalità, che teniamo per noi e che
– solitamente – non curiamo è ciò che fa di noi persone vere, a tutto tondo.
Non potremmo dire di esistere, se non avessimo qualcosa d’indicibile: un amore
che ci ha fatto male, una discesa nel sogno o nella morte, un momento di
epifania.
Non
chiederci la parola… diceva Eugenio Montale. Eppure, come poeta, non se la
sentiva neppure d’imitare “l’uomo che se ne va sicuro […] e l’ombra sua non
cura che la canicola / stampa sopra uno scalcinato muro.”
La poesia non ignora l’ombra. Cerca
sempre di trovare la parola che
dipinga l’animo da ogni lato, anche il più impalpabile e oscuro.
E – forse – può farcela.
Erica Gazzoldi, Il peso dell'ombra, Desenzano del Garda 2021, Swanbook Edizioni. Acquistabile qui.
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