Guido Monaco, mille anni fa o giù di lì, tradusse letterariamente delle melodie, ispirato dall’autenticità dello scritto con cui venne lodato San Giovanni.
Il frate seguace di San Benedetto impartiva lezioni rilanciando tesi senza precedenti, per istruire musicalmente gli studenti aretini e non solo, di un paese religioso e dall’alto tasso culturale, noto quindi nel Vecchio Continente per intero, in un’Europa che dalla base mai come oggi traballa.
Basti pensare che trattasi, Arezzo, di un posto a quei tempi più che accogliente per chi voleva diventare musicista o giudice, che poco o nulla aveva di che invidiare a sedi universitarie quali la Sorbona o quella felsinea nostrana.
Tale
luogo nello specifico langue attualmente, con delle rimanenze edilizie
scarseggianti e offese dal corso della Storia, ma una testimonianza sgargiante
la si può rilevare grazie alle pennellate di Giotto, contemplando un suo famoso
lavoro, immaginando il caotico - a dir poco - allontanamento dei demoni dal
concentrato urbano… quadro ch’è parte del patrimonio artistico presente nella
massima struttura adibita alla preghiera situata ad Assisi.
No problem: lasciatevi trasportare dal filmato prodotto per lo stesso intento, ascoltando ciò che dice passionalmente Marino Filippo Arrigoni, forte di una colonna sonora firmata da Giovanni Monoscalco… Aldilà dell’aspetto figurativo saggiamente rappresentato sempre per darvi l’idea del romanzo.
L’INTERVISTA
Bentornato
Alberto! Perché non puoi fare a meno della musica?
La musica é sempre stata una parte di
me, da quando ero piccolo, proprio come dice il protagonista del mio romanzo,
"una calda e rassicurante coperta in una giornata fredda e piovosa".
In realtà devo ammettere che ho "tradito la musica" abbandonando il
mio strumento, la chitarra, per decenni fino a quando la "costrizione
domestica" del lock-down mi ha riportato a ricominciare (devo dire con
molta soddisfazione) a suonare, rendendo complementare questa attività alla
scrittura che pratico da un po’ più di tempo.
L’aspetto
religioso è imprescindibile per il futuro della musica? Essa ancora riesce a
rappacificare tra singoli individui o a estasiare il bene comune?
Parlando della religione del
"vecchio continente", direi che la cristianità è stata per molti
secoli al centro della musica, nell'accezione della musica sacra, che
soprattutto negli ultimi secoli ha ispirato i più grandi compositori. Lo stesso
mio romanzo mette al centro la cittadella vescovile di Arezzo dell'XIesimo
secolo, dove fiorirono studi giuridici e musicali, questi ultimi grazie alla
figura di Guido Monaco, che alla fine è il vero e unico protagonista del mio
libro. Nella società odierna non riesco a vedere un legame tra religione e
musica (tranne rare eccezioni), ma non vi è dubbio che quest'ultima è sempre
stata un fattore aggregante tra gli individui, e in quest'ultimo secolo ancor
di più nelle giovani generazioni che si sono susseguite nel tempo.
La
cura di questo romanzo dipende strettamente dai tuoi gusti (e se sì, li reputi
allora non eccessivamente variegati)? Questo libro va oltre la letteratura,
perché magari temi che le persone non sappiano più leggere?
Direi di no... la stesura di questo
romanzo non prende spunto solo dalla musica, ma soprattutto da Guido Monaco che
visse un millennio fa proprio ad Arezzo, la mia città. Fino a oggi ho scritto
quasi esclusivamente poesia, ricevendo anche molti riconoscimenti nei premi
letterari e lusinghiere recensioni e articoli sul web e sui social... per cui
pensando al mio modo di scrivere "fino a ieri" sono rimasto io stesso
piacevolmente sorpreso durante la stesura di questo mio primo romanzo. In
realtà il mio romanzo parte da basi e fonti storiche certe (la cittadella vescovile
di Arezzo dell'XI secolo, Guido Monaco, e l'attuale sito archeologico dove
sorgeva il "Duomo Vecchio" di Arezzo). Mi é piaciuta l'idea di dare
una spiegazione "fantasy" e romanzata a dei fatti certi e avvenuti un
millennio fa. Le persone sanno leggere quanto più si riesce a dare dei testi
che stimolino la loro curiosità, anche "romanzando" dei fatti storici
come nel caso del mio libro.
Ti
avvali di uno staff di persone fidate per il lancio e rilancio del libro ?
Non ho uno staff operativo; sono molto
attivo sui social, che oggi é il canale più immediato per rendere
"attrattivo" un prodotto, anche nel campo della scrittura.
Come
si fa a evitare che un segreto annoi?
Non conosco una "ricetta"
precisa... nel mio libro ho utilizzato la tecnica del "target
shifting", ovvero spostare continuamente l'obbiettivo e il finale. Alla
fine del primo capitolo il lettore pensa di avere capito il segreto, ma nei
seguenti capitoli viene ribaltato tutto fino ad arrivare alla fine del sesto
capitolo dove il mistero si svela. Così almeno pensa il lettore, che si troverà
di fronte un settimo capitolo che sposta di nuovo il "target" fino
alle fine. Sono sette capitoli. Sette, come le note musicali. E non è un caso.
La
storia dell’umanità sortisce più emozioni o responsabilità?
Emozioni quando viene elaborata per
confronto, analisi, studio. Responsabilità se pensiamo ai ruoli chiave che
hanno avuto uomini e donne che hanno fatto la storia, avendo il coraggio di
uscire dagli schemi e provando a fare qualcosa in più, anche rischiando. Anche
lo stesso Guido Monaco, inventando la notazione scritta dei toni musicali, ha
dato origine alle note, al solfeggio e alla musica come la conosciamo ai giorni
nostri. Senza le persone che hanno "osato" un po' di più rispetto
agli schemi tante cose, che oggi diamo per scontate, non esisterebbero.
Non
pensi che si fatichi sempre più ad accettare l’altrui genialità?
Al giorno d'oggi la capacità di fare
emergere la propria genialità (se uno ce l'ha) è centuplicata rispetto a prima,
anche grazie a una più copiosa presenza di strumenti operativi e metodi
cognitivi che possono coadiuvare e aiutare le persone che hanno qualcosa da
esprimere. Il rovescio della medaglia è che non sempre ciò che apparentemente è
frutto della genialità lo è davvero, proprio per l'appiattimento dovuto
all'estrema diffusione di strumenti collaterali che fanno risultare
straordinarie anche cose del tutto ordinarie, molto spesso esaltate o sopravvalutate
sull'onda di "mode" e "format" preconfezionati.
In
conclusione, ti vedremo a The Voice Senior II? Quest’esperienza aldilà di com’è
andata ti ha segnato? L’arte che sfoderi in toto, equivale solo a un passatempo
depurativo?
Ho superato il primo dei due casting
fermandomi al secondo. É stata una bella esperienza e mi è piaciuto mettermi in
gioco in qualcosa che solo un anno fa non avrei mai pensato di fare, anche se
non sono rientrato nel cast definitivo del programma. In definitiva, sia la
scrittura che la musica sono due modi solo apparentemente diversi per esprimere
delle emozioni; nel mio caso diventano
arti complementari e reciprocamente funzionali, come del resto lo sono state
durante la stesura de Il segreto della musica.
A cura di Vincenzo Calò
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