Dal 20 al 22 aprile, sotto il portico del palazzo comunale, i manerbiesi hanno avuto l’occasione di ammirare la mostra fotografica “Quando la luce incontra il paesaggio”. Gli scatti erano di Fabio Sterza, che ha già partecipato a diverse esposizioni con le sue fotografie dagli angoli più suggestivi del mondo. In particolare, questa era dedicata alla Giornata Mondiale della Terra (22 aprile).
I
visitatori hanno potuto contemplare le Isole Ebridi, in Scozia, con la loro
atmosfera da cupo romanticismo ottocentesco. Uno degli scatti mostrava un
arcobaleno sul mare, nel cielo ancora pieno di nubi.
Dall’Argentina,
proveniva il maestoso monte Fitz Roy, alto più di 3000 m e situato al confine con
il Cile. La glaciale bellezza delle sue nevi, a volte, si tinge di luci
rossastre. È omonimo di un fiume che si trova nel Los Glaciares National Park
ed è un popolare punto di partenza per le escursioni.
Sempre in Argentina, si può ammirare il ghiacciaio Perito
Moreno. Sono argentine anche le “fazendas” (aziende agricole) della Patagonia,
con le loro distese verdeggianti ai piedi dei monti.
Le Torres del Paine, invece, sono in Cile: sono un gruppo
di enormi monoliti in granito che svettano all’orizzonte. Danno il nome a un
parco nazionale istituito nel 1959 e dichiarato riserva della biosfera
dall’Unesco nel 1978.
Dalla Norvegia, naturalmente, provenivano spettacolari
aurore boreali. Sull’isola di Senja, si trovano i “Denti del Diavolo”: una
serie di monti dalla forma particolarmente aguzza. Il villaggio di Grøtfjord è
situato invece su una baia, in una posizione ottima sia per sperimentare il
sole di mezzanotte che la suddetta aurora boreale. A Fjordbotn, si può ammirare
la “cintura di Venere”: un fenomeno atmosferico che ha luogo poco prima
dell’alba o poco dopo il tramonto e cinge l’orizzonte con un bagliore rosato ad
arco. “L’ora blu”, invece, è una particolare condizione della luce solare
indiretta che si verifica al crepuscolo e tinge il paesaggio scandinavo del
detto colore.
Più a nord, c’è la remota Islanda, ricca di ripide
scogliere, spiagge di sabbia nera e lagune mozzafiato: uno splendore severo,
nato dall’incontro fra il mare e le rocce vulcaniche.
Anche gli Stati Uniti sono ricchi di emozioni. Innanzitutto, c’è la Death Valley, la “Valle della Morte”. Deve il suo nome al fatto di essere un’area desertica e senza vita. È però anche un parco nazionale, forse proprio per la sua letale bellezza. Un altro parco nazionale è quello del Bryce Canyon, che, a dispetto del nome, è piuttosto un enorme anfiteatro naturale formatosi per erosione. Il parco nazionale dello Zion è rinomato per i suoi tramonti, soprattutto per quelli sul Virgin River. Dalle sue rive, si può ammirare anche la cima di arenaria rossa detta “The Watchman”, “l’uomo di guardia”.
Nel New Jersey, invece, si può ammirare uno spettacolo
urbano: passeggiando sulla Frank Sinatra Drive, ci si può godere la vista del
versante occidentale dell’isola di Manhattan, coi grattacieli newyorkesi
illuminati.
Naturalmente, i quadri suggestivi non si trovano solo
lontano da noi. Sterza ha documentato anche le Cinque Terre, con borghi come
Manarola, fatto di case variopinte costruite su una roccia a picco sul mare.
Vernazza fa addirittura parte del circuito dei borghi più belli d’Italia:
incastonato in una baia, al tramonto si accende di luci che si riflettono nel
mare.
L’elenco delle meraviglie potrebbe continuare. Ognuna di
loro, da sola, sarebbe già un motivo per amare e custodire la Terra.
Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 203 (maggio
2024), p. 22.
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