Le "Donne che hanno rotto" sono quelle che hanno rotto uno schema di aspettative o un divieto legale per aprire la strada a un mondo più giusto. A loro, è stata dedicata una serata di letture presso l'aula magna dell'I.I.S. "B. Pascal", a Manerbio, l'8 marzo 2024. L'evento è stato proposto dal movimento "Conoscere & Partecipare". Il suggestivo collage in locandina era un'opera di Alessandra Comaroli.
I brani sono stati letti da Paola
Corbellini, Eliana Gambaretti e Marina Ricca. Le loro voci sono state
accompagnate dal pianoforte di Claudio Severgnini. Luca Lusetti aveva curato le
immagini proiettate alle loro spalle.
La serata è stata aperta dai
"doveri delle spose" codificati da Famiglia Cristiana nel
1867: essere deferente verso la suocera e i parenti del marito, essere economa,
evitare la familiarità con uomini diversi dallo sposo, obbedire a quest'ultimo
e considerarlo come capo, ecc. Alcune donne, pur chiuse in questi limiti, hanno
fatto cose meravigliose per le loro famiglie, soprattutto quando hanno
esercitato ogni tipo di professione durante le guerre mondiali. Altre, invece,
hanno meravigliosamente "rotto", come dicevamo. Una è la celeberrima
Marie Curie (1867-1934), vincitrice di due premi Nobel, nonostante le
maldicenze di cui fu fatta oggetto per la sua vita sentimentale. Anche Franca
Viola (1947-) è famosa, ma per un motivo diverso: fu la prima donna italiana a
opporsi con successo al "matrimonio riparatore", rifiutando di
sposare il suo stupratore. Il suo esempio fece capire anche alle altre ragazze
che esisteva una via d'uscita a questo tipo di "ricatto sociale".
Rosa Parks (1913-2005) si oppose a un tabù che non era di genere, bensì di razza: nel 1955, si rifiutò di cedere il posto sull'autobus a un bianco, pur sapendo che sarebbe stata arrestata. Dall'episodio, nacque un boicottaggio degli autobus che portò all'abolizione della segregazione razziale sui mezzi pubblici. Fu l'inizio di una vita di attivista per i diritti civili.
Facendo un salto indietro nel Risorgimento, le lettrici hanno
ricordato la forte presenza femminile fra i patrioti.
Nel 1899, Ersilia Majno
(1859-1933), con altre, fondò l'Unione femminile nazionale. Alla fondazione, fu
necessario far partecipare anche il marito di Ersilia e altri due uomini, per
rendere legalmente valida l'Unione. Tra le fondatrici, c'erano la poetessa Ada
Negri (1870-1945) e la maestra elementare Adele Riva (1863-1932). L'Unione
lottò contro lo sfruttamento femminile e minorile, si adoperò perché fossero
istituiti sussidi per la maternità e aspirava al diritto di voto politico per
le donne. Un diritto che l'Italia non vide prima del 1946.
Ma ancora negli anni '70
rimanevano tasti dolenti come il "delitto d'onore": la "difesa
dell'onore" da parte di un uomo è stata legalmente un'attenuante nei casi
di omicidio fino al 1981.
Negli anni '90, la popolazione attiva femminile ha spesso subito discriminazioni nella carriera (legate anche e soprattutto alla maternità) e molestie sul luogo di lavoro. Ancora più recente (2017) è il movimento #metoo, formato dalle vittime di mobbing sessuale. "Le donne hanno il 75% di diritti in meno rispetto agli uomini nel mondo" hanno ricordato le lettrici. È un bilancio dovuto all'assenza di leggi contro lo stupro in alcuni Paesi, ai matrimoni forzati o riparatori (anche precoci), alle violenze domestiche o della Polizia morale, alle mutilazioni genitali. Insomma, non si può mai finire di "rompere".
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