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Perché è impossibile non amare Loki

Lo confesso: il mio preferito, nel pantheon norreno, è Loki. Il "diavolo", l'infame, l'astuto, l'ambivalente, il dio in combutta coi demoni. Non proprio credenziali rassicuranti, lo ammetto. Eppure, credo di avere i miei buoni motivi.

Un'immagine di Loki.
Innanzitutto, lui, fra gli Asi (i grandi dei celesti) si distingue. Mentre i suoi colleghi sono tutti pacificamente integrati nell'alta società divina, lui tiene un piede in cielo e uno negli Inferi. È il classico esempio di come le pecore nere vadano ove preferiscono, mentre le pecore bianche sono prigioniere del loro paradiso rassicurante e insipido. Uomo, donna, mosca, salmone, gigantessa o foca che sia, lui può assumere qualsiasi forma e gustare così appieno la varietà dell'esistenza. Peraltro, uno che può trasformarsi in qualsiasi cosa tu desideri ha un fascino indiscutibile.

Gli altri dei un po' lo snobbano come buffone, un po' lo temono per i suoi tiri mancini. Così lo escludono dalle feste… ma, ogni volta che si trovano nella rogne, indovinate a chi si rivolgono? Lui ha un acume che a quei VIP pieni di sé manca. Loki conosce la luce e le tenebre della vita, ha sperimentato tutto quel che esiste. Soprattutto, comprende l'importanza dei dettagli. I suoi colleghi, tutti presi dalle proprie grandezze e privilegi, spesso trascurano le piccole cose. Lui invece sa che una minuzia può essere decisiva o letale. Come nel caso dell'assassinio di Baldr, il suo misfatto più famoso. Figlio di Odino e di Frigg, quindi della crème del pantheon, è il classico perfettino a cui tutti vogliono bene e a cui sono risparmiati i dolori e le fatiche dell'esistenza. Un tantino troppo, non credete? Sfacciatamente contro natura, la quale non può esistere senza distruzione. Perché, ricordiamolo, Loki è un dio e le sue opere di distruzione (se generano temporaneo disordine) lo fanno per mantenere il più vasto Ordine cosmico, per il quale non c'è alcunché di immortale e intoccabile. Ecco che anche per Baldr arriva la sua ora, per colpa di un ramoscello di vischio: un pericolo trascurato da mamma Frigg, in quanto "troppo giovane per preoccuparsene". I dettagli, le piccolezze…! Hanno un peso incalcolabile. Del resto, cosa credevano Frigg e Odino? Che solo quel bamboccio, di tutti gli esseri, dovesse salvarsi, unicamente perché belloccio e loro figlio? Ben altri sono i figli che Loki ha saputo generare: una (per dire) è Hel, la temuta dea degli Inferi. Oppure, Fenrir, il grande lupo cosmico che un giorno attaccherà gli stessi dei. O il serpe di Miðgarðr, avvolto intorno alla terra, negli abissi oceanici. Provate un po' a uccidere questi, con o senza vischio…

Loki è anche il padre di tutte le streghe, che lui stesso ha partorito, dopo aver inghiottito un cuore di donna. Quindi, tecnicamente, più che il padre sarebbe il "mammo". Non è particolarmente affezionato alle barriere di genere, del resto. E sì… ispira pure l'impudicizia maschile, fino al concedersi ad altri uomini. Giusto per ricordare che, coi puritanesimi di qualsiasi genere, lui si pulisce le divine terga.

Comunque, per il fatto di Baldr, non l'ha passata liscia. Le élite si autotutelano in modo ossessivo, quando uno dei loro membri viene toccato… figuriamoci se si tratta del coccolino adorato. Viene incatenato a tre massi e condannato a venir bruciato dal veleno di un serpente finché il mondo durerà. In pratica, è una specie di Prometeo, a maggior ragione perché pare che sia stato lui a donare il fuoco agli uomini. I tipi come Loki sono fatti così: foss'anche solo per dare fastidio a chi è troppo potente e favorito, danno strumenti preziosi a chi è in condizione d'inferiorità. Pazienza se gli uomini non lo adorano, per paura… non possono comunque fare a meno di lui. E si leccano certamente le dita, ogniqualvolta si narra della
sua mirabolante astuzia. Il suo acume fa scoprire ogni volta cose che non avevamo mai notato. Ci fa scoprire soprattutto i nostri limiti, ogniqualvolta cadiamo in uno dei suoi inganni. Loki conosce a menadito i nostri bias cognitivi e, in particolare, sa che ci caschiamo quando anteponiamo i nostri desideri alla verosimiglianza. D'altronde, è colpa sua o nostra, se non ci decidiamo a crescere e ad abbandonare il wishful thinking?

Anche nel suo supplizio ha trovato comunque modo di cavarsela: ha una moglie innamoratissima e fedelissima, Sigyn, che raccoglie in un catino il veleno del suddetto serpente. Non è costretta a farlo e neppure le conviene: semplicemente, è stregata dal suo Loki. In un mondo in cui la fedeltà coniugale può al massimo essere comandata e pretesa, lui l'ha ottenuta senza colpo ferire. Il suo sguardo acuto sa mirare al cuore.

Certo, ogni tanto Sigyn deve svuotare quel benedetto catino… Allora, il veleno della serpe cola sul volto di Loki e i suoi spasimi causano i terremoti. Nemmeno nel dolore è impotente. È l'unione della spregiudicata intelligenza e d'un cuore pieno di fuoco, puro desiderio al quale nulla può opporsi. Lo stesso desiderio e la stessa intelligenza con cui l'Universo (forse) vuole se stesso.


Se volete altre informazioni su Loki e sulla mitologia norrena in generale, possiamo consigliare questo volume.

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