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Paolina Leopardi racconta Mozart

Tutti (più o meno) sanno chi fosse Giacomo Leopardi. Alcuni sanno che aveva una sorella di nome Paolina. Ma quasi nessuno sa che anche Paolina Leopardi lasciò una sua piccola eredità scritta. Un esempio ne è il libriccino intitolato Mozart

Ritratto di Paolina Leopardi
Paolina Leopardi
Fonte: Giacomoleopardi.it

            Esso comparve anonimo a Bologna, nel 1837. In famiglia, però, si sapeva chi fosse l’autrice. Lei stessa accennò all’opuscolo in una lettera ad un’amica:

 

            Lessi la vita di Mozart in francese, una volta, e la ridussi in italiano; poi ad una signora che mi chiedeva qualche cosa da fare un libretto in occasione di nozze, diedi quella, poi la censura di costì ne tolse i più piccanti pezzi e mi fece gran rabbia; la nipote di Mozart che trovatasi in Bologna ne volle copia da mio fratello, e se la portò in Germania.

 

            In realtà, il libretto è ben più d’una riduzione. È un assemblaggio oculato di materiali preesistenti, che dimostra quale fine letterata fosse Paolina. E pensare che papà Monaldo avrebbe voluto tenerla lontana dalle ambizioni letterarie…! Ma non ci riuscì, così come non poté spegnere la passione di lei per il melodramma. Né questa “riduzione dal francese all’italiano” è stata l’unica uscita dalla penna di Paolina… Ma non è il momento di dilungarci in merito.

            Dalle pagine di Mozart, traspare un vero trasporto verso le vicende biografiche del protagonista, in cui forse l’autrice rivedeva un poco di sé e dei fratelli. In fondo, anche Wolfgang Amadeus – proprio come i fratelli Leopardi – era stato un giovane di grande talento, vissuto all’ombra di un padre amorevole e ingombrante allo stesso tempo.

            Questo singolare incontro fra letteratura e musica non è sfuggito alla Fondazione Teatro Grande di Brescia. Essa è attualmente impegnata nel progetto GRANDEBRIXIA, una rassegna di concerti collocati nel parco archeologico di Brescia romana. Ecco che l’antico Teatro e il Capitolium adiacente riprendono vita da luglio a settembre, per farsi palcoscenici d’eccellenza. Il progetto vede la collaborazione della Fondazione BresciaMusei.

            L’8 luglio 2023, il Teatro romano ha ospitato la serata intitolata Paolina Leopardi racconta Mozart. Brani della breve biografia sono stati letti da Sonia Bergamasco: attrice, regista, poetessa, nonché diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Accanto a lei, c’era il pianista Marco Scolastra, che aveva già suonato per le maggiori istituzioni musicali italiane ed europee e aveva lavorato come solista sotto la guida di importanti direttori d’orchestra. Questo singolare spettacolo, nato da una proposta di Nino Criscenti, era stato eseguito per la prima volta proprio a Recanati, il 28 agosto 2020, nell’Orto “Colle dell’infinito”.

            Nella suggestiva cornice del Teatro romano, è stata rievocata così l’infanzia di quel bambino prodigio che babbo Leopold – insieme alla sorellina non meno dotata – presentò nientemeno che al palazzo imperiale di Vienna. Paolina racconta che il piccolo, scivolato sul pavimento, fu rialzato da una delle figlie di Maria Teresa. Incantato dalla sua bellezza, le fece un’innocentissima dichiarazione galante. Quella ragazza si chiamava Maria Antonietta: forse, sarebbe davvero stato meglio per lei se avesse sposato proprio Mozart…

            Tanto erano agili le sue dita sui tasti da far credere a un sortilegio, durante il suo soggiorno adolescenziale in Italia. Un soggiorno ricco di soddisfazioni, tantopiù significative, se si pensa che lo Stivale era allora il Paese della musica per eccellenza. Ma (come spesso avviene alle giovanissime promesse) l’età adulta non era destinata ad essere altrettanto generosa con lui. Paolina lo dice efficacemente:

 

           

Ora non si trattava più di principi e di sovrani. Mozart, uscito dalle sue fascie, divenuto uomo e uomo di genio, veniva trattato come tale, e veniva disprezzato.

 

Non staremo a citare il celebre Albatro di Baudelaire, che riassume l’incapacità di certi altissimi intelletti di destreggiarsi in cose quotidiane come il guadagno. In un passo dell’opuscolo, la stessa Paolina sembra ammettere che il grande compositore fosse… troppo grande per capire come impiegare il talento artistico a fini economici. A ogni modo, la sua vicenda biografica si svolge tra alti e bassi, quasi come un romanzo. Essa conta anche il felicissimo incontro con altri due compositori, che diverranno suoi amici: Franz Joseph Haydn e Christoph Willibald Gluck.  Paolina li descrive intenti a giocare a bocce presso una delle porte di Vienna. Ma il gioco (per quanto essi lo amassero) era solo un pretesto per ritrovarsi a comporre. Ne furono frutti nientemeno che il Don Giovanni, l’Orfeo e lo Stabat Mater.

            Tutti questi episodi e altri ancora sono stati rievocati dalla voce di Sonia Bergamasco. Il pianoforte di Marco Scolastra ha affiancato ad essi questi brani, nati in diversi periodi della vita di Mozart: 

Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart

 

Allegro moderato dalla Sonata KV 330;

Otto variazioni su un Lied Olandese KV 24;

Adagio dalla Sonata KV 280;

Fantasia in do minore KV 475;

Rondò in re maggiore KV 485;

Fantasia in re minore KV 397;

Adagio für Glasharmonika KV 617a .

 

Cosa dire, a coronamento di una serata tanto unica e suggestiva? Le parole migliori, naturalmente, sono quelle con cui Paolina commenta la grande capacità di Mozart di descrivere in musica emozioni e vicende che sembravano tanto lontane dalla sua vita quotidiana:

 

            È questo il dono che gli angeli fanno ai poeti: essi portano loro una chiave del cielo e una dell’inferno, affinché non vi sia per quelli cosa alcuna nascosta.

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