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Un buon Natale tenebroso con Jennifer Radulović

Natale tenebroso Brescia Circolo del Gotico
Natale tenebroso a Brescia
Macché “bianco Natale”. Macché “siamo tutti più buoni”. Il modo di festeggiare il 25 dicembre ha radici in feste cupe, legate alla temporanea morte della natura. E questo retaggio si è mantenuto fino in epoca moderna. Ne ha parlato la dott.ssa Jennifer Radulović, fondatrice del Circolo del Gotico.
            La conferenza Natale tenebroso ha avuto luogo a Brescia, al teatro S. Giovanni Evangelista, il 2 dicembre 2017. Il pubblico era in larga parte composto da giovani, alcuni dei quali con un aspetto “dark”; ma anche da famiglie con bambini. Per entrare subito nello spirito, la Radulović e sua madre avevano approntato un delizioso “albero di Natale gotico”, decorato con pipistrelli, teschietti, gatti e una luna a far da puntale. 
            L’aspetto tenebroso della festa deriva dalla sua vicinanza al solstizio d’inverno: il momento della notte più lunga dell’anno, nel periodo in cui l’agricoltura si ferma e la natura dorme sotto la neve… insieme ai defunti. Per gli antichi Romani, era il momento dei Saturnalia: festeggiamenti in cui l’ebbrezza si legava al macabro. Si riteneva che l’inverno aprisse una porta tra i vivi e i morti e che gli avi tornassero a battere all’uscio di casa. Il gelo e l’allungamento delle notti è infatti un modo per scendere nella tomba, per toccare con mano il sonno a cui ogni essere vivente va incontro. A tutto ciò, si legava il culto del Sol Invictus: il Sole che rinasce vincitore, dopo la lunga notte del solstizio. Con l’affermarsi del Cristianesimo, questo culto si sovrappose facilmente a quello del Natale di Cristo: la Luce nata nelle Tenebre per sconfiggere la morte.
            E Babbo Natale? La Radulović ne ha ricollegato l’iconografia a quella di San Nicola di Bari (270-343). In realtà, era vescovo di Mira, in Anatolia; oggi, la città è Demre e vi si ritrova una basilica paleocristiana che ricorda il santo. Il legame con Bari è legato all’attuale collocazione di buona parte delle sue reliquie. Le leggende sul suo conto ricordano miracoli piuttosto “materiali”, legati alla sua benevolenza e generosità. Avrebbe gettato tre sacchetti d’oro nella casa d’una famiglia povera, perché le tre figlie potessero avere una dote e non essere costrette a prostituirsi. Avrebbe resuscitato alcuni bambini, messi in salamoia da uno scellerato venditore di alimentari. Ma l’anziano dalla barba bianca richiamerebbe anche Odino e le feste germaniche del solstizio d’inverno. Nelle cartoline natalizie dell’Ottocento, Babbo Natale compare perlopiù vestito di verde; al posto delle renne, spesso lo trainava un cavallo. L’attuale immagine, panciuta e rossovestita, è stata resa famosa dal riadattamento pensato per pubblicizzare la Coca-Cola, negli anni Trenta. Era un modo per giungere a mamme e bambini.
            E gli elfi che accompagnano Babbo Natale? A volerne vedere l’origine, non sono figure tanto rassicuranti. Anzi, rappresentano i terrori dell’inverno e della notte. Famosissimo era Knecht Ruprecht (“il servo Ruprecht”), soprattutto nei Paesi di lingua tedesca: mezzo uomo e mezzo bestia, dotato di campanelli e scudiscio, distribuiva sferzate ai bambini discoli, in luogo degli agognati regali. La sua prima attestazione è datata 1668. Ne esiste anche la versione ceca, Čert. Molto simile a esso è il Krampus, l’orco di Natale: personaggio noto in diverse località tra Austria, Germania e Italia. Una fiera che lo vede presente viene tenuta, per esempio, a Tarvisio: qui, diversi Krampus trainano il carro di San Nicola. Le due figure affiancate (il buon padre barbuto e il terribile servitore) rappresentano la Luce e l’Ombra, necessariamente affiancate nell’equilibrio universale.
            Per quanto paia incredibile oggigiorno, queste figure minacciose comparivano nelle cartoline natalizie ottocentesche, destinate ai bambini. E un elemento macabro raramente mancava, nei biglietti augurali in lingua anglosassone.
            Del resto, è inglesissima la tradizione di raccontarsi storie di fantasmi accanto al fuoco, la notte di Natale. La letteratura gotica, variante di quella romantica, parla perlopiù inglese e tedesco. Ecco da dove Charles Dickens trasse ispirazione per il celeberrimo Canto di Natale… Altre penne gotiche, famosissime all’epoca, sono oggi sconosciute. Molte erano donne.
Natale tenebroso Circolo del Gotico Brescia
Natale tenebroso... secondo il Circolo del Gotico
            Durante la serata, sono stati letti ad alta voce stralci del racconto La cerimonia (1923), di H.P. Lovecraft: il rampollo d’una famiglia che conta diversi avi condannati per stregoneria si ritrova ad affrontare il lato macabro del Natale… 
Anche la celebre famiglia Addams nacque sotto forma di vignette natalizie. Il suo inventore, Charles Addams (1912-1988) giocò così con l’ideale domestico degli americani.

            La conferenza non poteva poi che approdare a un classico cinematografico: The Nightmare Before Christmas (1993). Ideato da Tim Burton e diretto da Henry Selick, si basa sul legame antropologico fra Halloween e Natale: le feste in cui le porte dell’Aldilà sembrano aprirsi e i vivi sentono vicini coloro che dormono sotto la terra, insieme alla vegetazione e al Sole.




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