[...] Quando si genera incertezza, si richiede una domanda di teoria. Questo enunciato, in estrema sintesi, è il punto di partenza della riflessione che Salvatore Veca, in ambito filosofico, compie intorno all’idea di Incertezza; enunciato che è messo alla prova in tre specifici ambiti: su ciò che vi è, su ciò che vale e su chi noi siamo. Scopo del nostro lavoro, oltre a osservare come questi parametri possano applicarsi alla critica del testo – intesa in assenza di autografo – è: in un primo livello, individuare i campi d’incertezza nelle operazioni critico-testuali, isolarli, e riconoscerli come tali; in un secondo livello, porre domande di teoria ai campi di incertezza segnalati, e tendere quindi a risposte di certezza (che non potrà mai essere assoluta) [...] (continua)
Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...
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