Passa ai contenuti principali

La (tua) colpa dei (miei) errori


Ai karaoke dei campi-scuola faceva furore. Bella stronza di Marco Masini. La cantavano anche le ragazze negli spogliatoi, prima della lezione di educazione fisica. Una melodia struggente per parole nient’affatto melense; qua e là, squarci di facile poesia (“Ma se Dio ti ha fatto bella come il cielo e come il mare…"). Per certi versi, non stupisce il successo di questa canzone. Riesce a essere amara come certi momenti della vita, in cui l’unica consolazione rimasta è di poter chiamare “stronzo/a” la persona per cui si soffre. Il testo non si trattiene, non censura. Da qui, il sollievo delle emozioni che possono fluire libere e scaricarsi.

            Ad ascoltare bene, però, qualcosa non torna. C’è un grande silenzio: quello di lei, la bella che dovrebbe essere “stronza”, ma non ha neppure la possibilità di spiegare le proprie ragioni. Giganteggia lui, la “vittima”, piuttosto. E che tipo è costui?  “ [Tu] che hai distrutto tutti i sogni della donna che ho tradito,/che mi hai fatto fare a pugni con il mio migliore amico…” Allora, lo sa. È consapevole d’aver commesso sbagli imperdonabili con le persone che gli volevano bene. Ma non trova nulla di meglio che addossare la colpa a lei, come se fosse stata lei a tradire e picchiare. Lei che non aveva alcuna responsabilità né verso la donna, né verso l’amico, peraltro.

            Comunque, una volta finita la storia, lui non torna sui propri passi. Anzi: conosce tutto della nuova vita di lei. Sa chi è il suo uomo (un tale ricchissimo, pare) e, ovviamente, dà per scontato che non si tratti di vero amore. I suoi pensieri sono: “Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana/ e tenerti a gambe aperte…”Alla sua vecchia fiamma rimprovera d’aver chiamato la volante, una sera, “solo perché avevo perso la pazienza.../la speranza...”. Vedendo di quale pasta sia questo “innamorato”, però, è evidente che la “stronza” aveva buoni motivi. Nell’ottica di costui, lei avrebbe dovuto subire in buona pace la sua “perdita di pazienza e di speranza”. Eppure, ascoltando la canzone, il clima di simpatia è tutto per lui. Nessuno si domanda quali errori possa aver commesso lui verso la “bella stronza”, il cui torto maggiore è stato d’aver voluto troncare una relazione soffocante, con un uomo irascibile che non si mette mai in discussione.

            La Carmen di G. Bizet fu rappresentata, per la prima volta, nel 1875. José, abbandonato dall’amante Carmen, non riesce a riallacciare la relazione. Quella storia, per lui, era tutto: le aveva sacrificato professione, famiglia, fidanzata. Incapace di comunicare veramente con Carmen, però, riesce soltanto a pugnalarla. Poi, si costituisce, proclamando, una volta di più, la propria infelice passione. Una storia non propriamente edificante, che, in effetti, non piacque al pubblico francese. Però, Carmen è divenuta un mito. Gli applausi, a teatro, sono per lei, la zingara che definisce l’amore “un uccello ribelle”, insofferente alle gabbie. Lo stesso José si riconosce in torto davanti a Carmen, si autopunisce. Non cerca scusanti. Di questa gigantesca icona, a noi è rimasta una “bella stronza”. Non una persona con le proprie ragioni: solo un sexy capro espiatorio. L’ “evoluzione” dall’”arretrato” Ottocento agli “emancipati” nostri giorni.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italian...