Non la
luna, ma un sogno d’acqua
ti
guida nei meandri del sonno,
lungo
una riva
dove i
narcisi crollano il capo,
pallidi
come ombre.
Dormi,
Attico, sull’orlo tessuto
dalle
mie lacrime strane:
non ti
turberà il mio volto svuotato,
né il
battito spento del mio cuore.
Tu sei
al di là dell’amore,
nella
fanciullezza stregata
che
Selene posò sulle ciglia di Endimione,
per
negargli i giorni da uomo.
Anche
tu posa il capo
nella
tua urna incantata
e non pensare alle mie lacrime strane
che
scontano il canto dei narcisi
intonato
per il tuo cuore.
Segnalata
a “I Poeti Laureandi”, bandito dal Collegio Universitario S. Caterina da Siena,
Pavia, 2011
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