Passa ai contenuti principali

Vincenzo Calò consiglia George Bfc Verdo

“Ognuno segue i propri principi, c’ha una sua personalità. C’è gente che si approfitta delle debolezze altrui e io da poco in quanto agli amici ho preferito il detto «pochi ma buoni». Non so se ancora valga la pena prendere spunto dalle proprie origini: sono d’origine stabiese, nascita fiorentina e residenza valsamoggiese…! Temo che il valore della famiglia sia in decadenza. Occorre avere valori sani e… validi, per esempio io ho sempre rispettato la legge al massimo del possibile, tanto più che mio padre era un carabiniere. Essendo molto emotivo, scrivo secondo questa caratteristica”.

… “Eccellenti promesse” 

eccellenti promesse george bfc verdo

1946: quattro amici, tornati vivi e sani dalla chiamata alle armi, si sposano; e nello stesso anno vedono la luce lo stesso numero di figlie.

Le figlie diventano amiche, trascorrono insieme gli anni scolastici fino all’Università, frequentando la facoltà di Medicina.

Trovano i loro compagni di vita tranne una, la più bella, che s’innamora perdutamente di un professore conosciuto come tra i meno affabili al momento della tesi di laurea.

La ragazza cerca di conquistarlo a tutti i costi, ma lui si tira indietro e perde così la migliore occasione della sua vita.

A queste si aggiunge una ragazza che proviene dall’Irlanda.

Ci si troverà magnificamente in una mescolanza di vecchie e nuove generazioni; a fare le modelle, talune a lor malgrado, per una sfilata finale organizzata dal rettore dell’Università.

Il rettore è spesso in contrasto con quel professore che si ritrovò la studentessa a fargli il filo, ma trovano l’accordo e il risultato migliore fa sì che l’Università si espanda con l’arrivo di moltissime ragazze conosciute o alle prime armi, provenienti da tutto il mondo; questo a cavallo dei primi anni Novanta.

Il professore, alquanto scontroso, dopo una ventina d’anni rincontra la spasimante ora cresciuta, diventata una gran donna e padrona di un negozio d’intimo a seguito del pensionamento dei genitori che avevano aperto un più discreto negozio di sartoria.

A 46 anni è un fiore di donna, lo stesso tutte le sue compagne sposate e con figli.

Episodi incrociati fanno trovare l’amore alle ragazze della nuova generazione… nel bel mezzo v’è una ragazza che voleva diventare suora ma segue lo stesso percorso delle altre.

Il romanzo è prenotabile presso YouCanPrint, trattasi dunque di una lezione di vita nel conoscere ragazze e donne molto belle, che lo sono anche nei loro cuori, senza il benché minimo ritocco.

Una volta acquistato il libro va gustato dall’inizio alla fine!

(Youcanprint, 2020; Pagg. 452; Prezzo: 22euro)

·         George Bfc Verdo è nato a Firenze nel 1966, così gli altri tre fratelli più grandi di lui.

Suo padre era un carabiniere d'origine stabiese (prov. di Napoli), mise su famiglia nella città che durante il Basso Medioevo era governata dai Medici. Operava alla Scuola Sottufficiali, caserma situata proprio di fronte alla stazione dei treni di Firenze e vicino alla chiesa di Santa Maria Novella.

La famiglia di George abitava in periferia, quartiere Baracca. Al contrario di tanti che abitavano in centro, dove l'acqua dell'Arno durante l'alluvione proprio del 1966 raggiunse anche i cinque metri, subirono anche loro l'allagamento ma, per fortuna, solo di mezzo metro (“Rimasero semisommerse le due nostre FIAT di allora: una 850 e una 600!”).

Suo  padre, appassionato e insegnante di fotografia, aveva il suo piccolo laboratorio nel sotterraneo. “Lo dovette rappezzare con stracci perché l'acqua non filtrasse e danneggiasse tutte le sue apparecchiature e vasche per lo sviluppo e il fissaggio!”.

Nel 1970 si congedò dai carabinieri dopo ventiquattro anni di servizio nell'Arma. Fu assunto come impiegato, nella stessa compagnia dove lavora adesso George.

La famiglia traslocò poi in provincia di Bologna; nei primi due anni nel centro di un piccolo paese e dal 1972 nella casa di campagna dove tuttora l’autore vive con la sua di famiglia composta da quattro membri: lui, moglie, bimba e bimbo.

Ad appena otto anni, convalescente da un incidente personale, Verdo si appassionò della macchina da scrivere e, da quel momento, imparò  a usarla. “Scoprii che era bello, per me, battere sui tasti e riempire tanti fogli con scritte di fantasia e, verso i dodici anni (nel 1978) capii che mi piaceva produrre romanzi con tutta la mia possibile creatività, anche a mano!”.

Fu nel 1976, a dieci anni, che iniziò a scrivere il suo primo romanzo. Dopo tante sofferenze e uguali interruzioni, lo ha finito nel 2006.

Ora spera di diventare uno scrittore a livello professionale.


Vincenzo Calò

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italian...