Benvenuto Antonio, che onore intervistarti! Ma come può tornare alla ribalta la Poesia in tempo di Covid-19 ?
Grazie a te per questo
simpatico intervento culturale. Mi stuzzica sempre un confronto in nome della
poesia. Bene! Gli arresti domiciliari causati dal Covid-19 credo siano stati
positivi sotto molteplici aspetti, vuoi perché costretti a un fermo totale
delle attività urbane manifestamente dannose all’ambiente, vuoi perché
costretti a centellinare il “tempo” da consumare tra le quattro mura
domestiche. Io personalmente ho scritto moltissimo, tra prefazioni a volumi di
giovani autori, recensioni varie, interventi critici, con una frequenza mai
avuta in passato. In questi tempi duri
la Poesia, già bistrattata dai più, spero possa essere recepita come messaggio
culturale “alto”, bisognosa come è di un pubblico attento, ma principalmente
preparato per il ritmo del verso. Se i cantautori conquistano spazi e pubblico
con le loro scimmiottesche versioni, perché il poeta non può rivelare la sua
parola aggirando gli ostacoli del quotidiano?
Per avvicinare le nuove generazioni, non si rischia di volgarizzare la
Poesia fino a esaurirla?
Avvicinare le nuove
generazioni è veramente compito difficile, arduo. Purtroppo bisogna constatare
che la maggioranza è priva di un bagaglio culturale classico, atto ad
approfondire la scrittura, abbindolata come è dalla pochezza degli smartphone e
dagli assembramenti della movida serale. Io insisto nel proporre “poesia” a
tutto spiano, giorno dopo giorno, nella speranza / illusione che qualche
giovane mi ascolti e si aggreghi alla schiera degli “eletti”. La Poesia vera non sarà mai volgarizzata, e
inciderà nel tempo!
Ma si può ancora schematizzare la Poesia con successo?
La Poesia vera ha il
suo posto privilegiato nello splendore riservato al messaggio superiore.
Nel momento in cui elabori un verso, scateni la Percezione o la Comprensione?
Difficile rispondere.
Il verso, e nel mio caso stranamente quasi sempre l’endecasillabo, nasce
spontaneo nella Percezione dell’avvenimento che circonda. Una specie di saetta
che parte dal subconscio per trafiggere le circonvoluzioni cerebrali. Ritorna
balzando tra un ritmo e l’altro per accattivare la Comprensione.
Sei rimasto coinvolto o travolto da piccole o grandi aspettative?
Piccole o grandi
aspettative sono all’ordine del giorno per chi perde il suo tempo alla ricerca
della “parola”, e l’occasione viene suggerita dalle improvvisazioni della
realtà. Con gli anni le aspettative si sono concretizzate spesso con le
sorprese che la mia poesia è riuscita a concretizzare. Un momento di emozione
sincera è stata la lettura dei miei versi da parte del caro Mariano Rigillo, in
occasione di una serata napoletana del “Teatro festival”. Sono in questi anni
felicemente sorpreso dalla traduzione delle mie poesie nelle lingue straniere,
e in particolare mi ha sorpreso l’arabo e il turco.
In Amore si può mai realizzare un principio di equità?
Questa domanda è per
me particolarmente stimolante, perché ho vissuto con mia moglie Elena, purtroppo
improvvisamente scomparsa otto anni orsono, una vicenda amorosa estremamente
luminosa e folgorante. Il principio di equità è alla base del rapporto, per
un’intesa morale e fisica che possa evolvere nel migliore dei modi. Il rapporto
d’amore che ho fortunatamente avuto è stato l’espressione più sublime del
vincolo, vuoi a carattere fisico, vuoi a livello psicologico.
Temi più la Vita o la Morte?
Come si fa a temere la
Vita? E come si fa a temere la Morte? La Vita l’affronto ogni giorno con la
pazienza di chi vede svanire ora dopo ora il tempo residuo, ma con la grinta di
chi non molla per inettitudine. La Morte l’aspetto ora dopo ora e non la temo.
Piuttosto mi rammarico nel pensare che tutto finisce nel nulla più assoluto,
dopo aver così prodigiosamente accumulato sapienza e amore.
Ma alla fine della giostra, ti piace essere criticato? Secondo te come
si rileva l’impegno civile da una Critica?
La critica l’accetto
ben volentieri. Purtroppo la vera critica, quella che esisteva sino agli anni
’60 - ‘70 dello scorso secolo, non esiste più. Dove trovi una bella
“stroncatura”? Oggi tutto è un rincorrere di elogi e leccalecca; mentre la
buona e saggia critica, quella costruttiva, è senza alcun dubbio fonte di
crescita sia per il critico che per l’autore in oggetto. L’impegno dovrebbe
esistere come esperienza irrinunciabile del buonsenso, in nome di una fitta
relazione tra la ricerca e la partecipazione.
… La poetica di
Antonio Spagnuolo
La possibilità di decantare gli amorevoli sensi si è espansa
col passare delle epoche, caratterizzando una panoramica sincera e
complementare… a tal, buon proposito la fede si può costituire all’apertura di
un principio di vita da rinnovare costantemente, per riversarsi su speranze
degradate, e permettere che il presente leghi due anime, con cenni d’intesa
d’assaporare in modo verace, storditi dal suono delle campane consacranti.
Si sta fermi a incrociare delle strade che indirizzano al
desiderio, non potendo fare a meno di udire l’urlo dei giorni dentro il
pietrificarsi degli eventi; che frantuma tentazioni di esseri immaturi,
assembrati da una magrezza di valori, mentre Antonio Spagnuolo e la sua dolce
metà sono intenti a inseguire in maniera cruenta e ardente le rotondità di un
rumore evidente, spaventoso a dir poco, per recuperare l’inespresso sapere,
frutto di sole, sterili parole.
L’ottimismo si riferisce a un volo da individuare in amore,
certi della delicatezza con cui un legame andrebbe narrato, come se si
trattasse sempre della prima volta… intanto le difficoltà vengono rappresentate
dal dimensionamento terreno, distante da qualsiasi forma d’incanto sviluppabile
con delle paure in dotazione, essendo sacrosanto avercele, invece di pensare
alla leggera e andare così alla ricerca di reinventabili misteri, della ragione
campata in aria da benemeriti infedeli.
“Le figure che si schiudono d’un tratto,
insieme, tra le vie del sogno,
parlano di veloci riposi del pensiero.
In queste rocce ove il grido quotidiano
si spezza in un’orda di giovani denutriti
noi rincorriamo, con volontà selvaggia,
i fianchi del terribile clamore,
ove indugia ogni conoscenza
di promesse mai mantenute.”
Secondo il poeta l’uomo, arido dentro, che prima o poi si
nutre essenzialmente, va incontro alla notte, mentre un pesante sottofondo
rimanda alla banalità delle opinioni che esprimiamo con pessimismo spesso e
volentieri… ma la tenerezza dei vizi viene rappresentata come un’alternanza di
vesti leggiadre per corpi propensi all’eros passivo, a viaggi armonici,
conturbabili dacché segnati dal tema dell’amore, dal suo svolgimento
illuminante, intrigante.
“Ormai nel breve soffio
il tuo corpo,
simile al battito di gabbiani,
riappare alle illusioni, alle domande,
e comprendo
che imparerai baciare anche i fantasmi.”
Le pochissime volte in cui il rancore prende il sopravvento
appartengono al bisogno di sacrificarsi per stare bene, ma il nostro è in grado
di ritagliarle attraverso l’analisi viscerale delle aspettative non colte (e
che pertanto diventano delle avversità), alla fonte inequivocabile delle sue
armonie, dove la memoria incoraggia, dovendo tenere conto dei limiti che
l’attualità innalza con la malafede, che disintegrano la bellezza derivabile
addirittura dalla solitudine!
Antonio verseggia con la consapevolezza di respirare la
propria indipendenza, con il rischio di distaccarsi dalle nuove generazioni…
lega parole perché sente l’esigenza di tutelarsi (pur senza dare mai adito alla
grossolanità) dai tempi che cambiano, che prosciugano l’essenziale per
ricomporre uno stato di ansia salutare per le erotiche appartenenze e
riconoscere le emozioni, anche temendo di esserne soggetti di contro, visto lo
stress e l’agiatezza, figure accattivanti, stringenti il nervo scoperto fino a
perdere i sensi e cadere nel vuoto.
Spagnuolo è stato ben considerato da vari ma illustrissimi
intellettuali, giostratori della riflessione, con la mente pressata o no
dall’attitudine religiosa, vedi Pomilio e Raboni, che han ritenuto il soggetto
per esteso complice di un appropriato talento culturale, da comunicare senza
batter ciglio; come a voler centrare il concetto armonizzante la mente nel
profondo, tramite raccolte di piccoli
grandi tesori di comprendonio da sigillare con estrema cautela, ovvero poesie
che riescono nell’impresa di unire correnti di significato chiaramente
divergenti, potendo intraprendere un discorso sferzato da miti che sono alla
portata di tutti o di nessuno, e assicurando per giunta sulla congruità dello
stile in misura dell’accezione logica.
Questo poeta è stato comunque artefice di situazioni
ricreative, delucidanti ad ampio raggio sotto l’aspetto comunicativo… ha comportato
con la massima precisione argomentazioni sinuose, avviluppanti un sillabario
convincente, sostenibile con forza e perspicacia anche in virtù di risultati
materiali, pertanto espansibili stando a delle questioni da sminuire o
riproporre, ugualmente con entusiasmo e rinnovata energia.
Le sue composizioni sono frutto di un’ispirazione che
appartiene a quei letterati che concentrano l’esistenza sull’esclusività di una
pubblicazione; egli ha armonizzato della terminologia ogni volta all’origine
delle trasgressioni, con l’intento di sperimentare e ritrovarsi nella
collocazione offerta dall’Io accecante in alternativa, tra battiti di vita
strani e inusitati, stimolanti immagini di esseri parzialmente magici, che
appaiono e scompaiono invitando a contemplare panorami istintivi.
Leggendo, la verità si radica all’ombra della coscienza, per
rendersi intrattenibile e capacitare l’assoluto, a un limite impossibile da
evidenziare, ma che ci permette di constatare il divario caratterizzante la
lontananza espressa senza esclusione di colpi da una dimensione tanto terrena
quanto reale (che include strumenti quantificabili, contatti che la pelle non
sa omettere), e l’infinito spazio dove dimora il Pensiero costituito da
illusioni, volontà, ragioni, viaggi, filosofici complessi, profonde
replicazioni… il tutto nell’ordine dell’essere umano che matura per
verseggiare, intriso d’impressioni e stordenti sollecitazioni all’amore.
L’approfondimento del linguaggio per Antonio Spagnuolo si
definisce come una luce continua, impegnativa dovendo far sì che chi apra i
suoi testi non soffra il benché minimo senso dell’abbandono… egli si è isolato,
per contrastare sentimenti oscuri, remoti, null’affatto rasserenanti, e tornare
a scrivere di asperità figurative, ricreabili con un’energia illimitata ma
motivata, ossia i lineamenti di un viso paterno pari a quello della donna della
sua vita, spiritualmente incessanti, che splendono negli abissi della singola
esistenza da poetare mai come adesso in tutta confidenza, al naturale, perché
le passioni non vanno d’accordo con l’inespresso, perché in pratica è
impossibile debellarle col passare degli anni, nonostante le volontà inizino a
stancare, a diventare inopportune.
“C’è ancora un canto a fine di orizzonte
per le mie palpebre ferite dal silenzio.”
Vincenzo Calò
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