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La villa delle rose

Il 20 maggio 2017, l’Associazione Amici della Biblioteca di Manerbio ha realizzato un’altra delle sue iniziative volte a portare la cultura fuori dai muri: la visita al roseto di Villa di Rosa. Proprio qui, qualche anno fa, fu ospitato Libereso Guglielmi, il giardiniere dello scrittore Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana,  1923 – Siena, 1985) e protagonista di uno dei suoi racconti: “Un pomeriggio, Adamo” (in: “Ultimo viene il corvo”, 1949). Libereso è spirato alla fine del settembre 2016 e gli Amici della Biblioteca hanno voluto ricordarlo. Luigi, proprietario di Villa di Rosa, ne ha rammentato l’instancabile sapienza in materia di mondo vegetale. Il 20 maggio, proprio il suddetto Luigi ha guidato i visitatori nel giardino. La rosa (ha spiegato) è un fiore particolarmente rigoglioso in questi terreni. In più, per concimarla, sono a disposizione i “regali in natura” dei cavalli, nel maneggio affiancato alla villa. Luigi ha sottolineato che è opportuno piantare le rose a radice nuda e in ottobre, perché fioriscano abbondantemente in primavera. Nel suo giardino, sono presenti trecentocinquanta specie di questo fiore; ma non ha voluto tediare i visitatori e se stesso elencandole. La visita è stata una piacevole passeggiata, senza alcunché di accademico. La guida non ha comunque rinunciato ad alcune osservazioni di tipo pratico, oltre a quelle già esposte. Piegando e legando i rami, per esempio, le rose fioriscono più abbondantemente: anziché concentrarsi sulla cima del ramo, infatti, la linfa affluisce in più punti. Per evitare che i parassiti si annidino nelle piante, nella cattiva stagione, le foglie delle rose vengono rimosse. 

Le specie osservate, naturalmente, variavano moltissimo nel colore e nelle dimensioni. Enormi o minuscole, rampicanti o in cespuglio, di tinte calde o fredde; notevole era la “Tivoli”, una rosa gialla fra le più grandi conosciute. Ciascuna di loro (come ha informato Luigi) ha le proprie esigenze specifiche da rispettare, se si vuol godere della sua bellezza. Insomma, ogni rosa è (a suo modo) regina.


Paese Mio Manerbio,  N. 121 (giugno 2017), p. 18.

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