Questa
sarà - io spero - la prima e l’ultima volta che questo blog farà pubblicità a
quel Vernacoliere d’Oltralpe assurto agli onori della cronaca e del martirio
non certo per i propri meriti intellettuali. La vignetta qui rappresentata - e
già replicata ad nauseam - presenta
le disgrazie del terremoto in Centro Italia come specialità del Bel Paese, con
un accostamento che provocherebbe la suddetta nauseam anche senza ripetizione. A questo punto, spezzo una lancia
a favore del contenuto in sé: che simili tragedie siano tipicamente italiane è
vero, non c’è niente da fare. Non tanto perché la nostra penisola è piena di
zone sismiche (caratteristica non solo sua, nel mondo), quanto perché l’edilizia
nostrana è sistematicamente impreparata. Ogni terremoto scoperchia questioni
etiche: è stata usata o no tutta la tecnologia disponibile? Ci sono stati
indebiti risparmi sul materiale, nell’erigere o risistemare gli edifici? C’era
corruzione negli appalti? Domande brucianti, sulle quali i francesi - come
tutti i cugini o i vicini di casa - non perdonano.
Questa
sarà - io spero - la prima e l’ultima volta che questo blog farà pubblicità a
quel Vernacoliere d’Oltralpe assurto agli onori della cronaca e del martirio
non certo per i propri meriti intellettuali. La vignetta qui rappresentata - e
già replicata ad nauseam - presenta
le disgrazie del terremoto in Centro Italia come specialità del Bel Paese, con
un accostamento che provocherebbe la suddetta nauseam anche senza ripetizione. A questo punto, spezzo una lancia
a favore del contenuto in sé: che simili tragedie siano tipicamente italiane è
vero, non c’è niente da fare. Non tanto perché la nostra penisola è piena di
zone sismiche (caratteristica non solo sua, nel mondo), quanto perché l’edilizia
nostrana è sistematicamente impreparata. Ogni terremoto scoperchia questioni
etiche: è stata usata o no tutta la tecnologia disponibile? Ci sono stati
indebiti risparmi sul materiale, nell’erigere o risistemare gli edifici? C’era
corruzione negli appalti? Domande brucianti, sulle quali i francesi - come
tutti i cugini o i vicini di casa - non perdonano. Commenti
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Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.
Ottime o dovute considerazioni tranne che laddove si affibiano tutte le colpe al sistema Italia. Faccio una semplice domanda: "Lei come persona di cultura sarebbe capace di approvare un piano di abbattimento dell'80% delle abitazioni antiche o vecchie nei nostri villaggi o cittadine delle zone sismiche?".
RispondiEliminaIo penso di no perché siamo tutti a culturali o ecologisti sulla pelle degli altri o meglio teniamo di più ai nostri sentimentalismi che alla vita umana.
Ulteriore domanda: "A chi è rivolta la Sua domanda?" Cose del genere andrebbero chieste - al massimo - a chi è laureato in Ingegneria. Chi è laureato in Lettere, come me, si occupa di altre questioni, come la nozione di "libertà" - cosa, peraltro, non secondaria, nel vivere civile. Tantopiù che nessuno "affibbia colpe". Semmai, uso le naturali funzioni della mia mente per rilevare dati che stanno sotto il naso di tutti. Riconoscere la (piccola) parte di ragione presente in quella vignetta è un doveroso atto di onestà intellettuale. Lei parla di sicurezza: i recenti lavori antisismici alla scuola di Amatrice cos'erano? E la Casa dello Studente all'Aquila era forse vetusta? Anche quella, "ristrutturata di recente".
EliminaPer quanto riguarda il Suo grandioso piano: perché non lo elabora Lei, che è così sentenzioso? Di piano sensato, comunque, ce n'è uno solo ed è sempre quello: prevenzione e manutenzione. Giusto oggi, sul "Corriere della Sera", un'intervista al capo della Protezione Civile sottolineava questo problema di cultura: molte case, in aree sismiche, non vengono sottoposte a controlli dai proprietari, perché temono che l'edificio perda valore o di doverlo ristrutturare. Come se una casa crollasse di meno, solo perché non si è al corrente delle sue falle strutturali. Fare ciascuno la propria parte: questo, sì, sarebbe un bel piano. E - notare! - non sarebbe nemmeno così sentimentale. Le abitazioni, del resto, sono proprietà private, quindi un piano globale di abbattimento e ricostruzione (per ora) è ai limiti del lecito. Quanto a me, sacrificherei volentieri un pittoresco rudere alla sicurezza della pellaccia. (Tantopiù che io non ho alcuna seconda casa per le vacanze, ergo dei bei paeselli non mi potrebbe importar di meno, a livello estetico). Mi spiacerebbe, ma mi dispiacerebbe assai più contare i morti. Cordiali saluti.