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Il nostro eroe


“«Il nostro eroe» disse «che non potrebbe essere italiano, e suonerebbe del resto falso anche come francese, diciamo che è anglosassone; e chiamiamolo per scherzo (perché non c’entra niente) Tristram. È un tipo che potrebbe assomigliare al critico cinematografico di un grande quotidiano che abbia voluto ringiovanire il suo ‘staff’. Biondo, adolescenziale, stupido, spiritoso. È dotato della solita ‘mezza cultura’. Ma è ‘iniziato’. E questo trasforma la ‘mezza cultura’ in una qualificazione sociale che gli consente insieme di essere integrato e di essere all’avanguardia. Di scrivere sul ‘Guardian’ (?) e di ridere con aria nichilistica e il massimo disprezzo (come certi giovani ribelli che si incontrano nei libri russi da Dostoevskij a Bulgakov) dell’establishment (cosa quanto mai gratificante). Bene, tutto ciò lo dico per il piacere del raccontare, che, come si sa, pecca sempre per eccesso (chi decide di raccontare qualcosa ha subito la possibilità di raccontare l’intero universo).
            Ma ora sarò schematico. Questo Tristram sarebbe un inibito puritano, se la sua mezza cultura non lo volesse disinibito. Perciò il suo sadismo classico, vittoriano ecc. trova modo di essere accettato dalla sua coscienza. Naturalmente nel momento stesso in cui è accettato, tale sadismo è anche accomodato - è inutile dirlo. Anche sul piano ideologico, del resto, il nostro Tristram ha accomodato il suo progressismo anti-autoritario e anti-colonialistico nel quadro più vasto di un eurocentrismo che costituisce il suo reale, e ben più profondo e inestirpabile pregiudizio razziale.”

PIER PAOLO PASOLINI
(Da Petrolio, 1992 - postumo)


Edizione speciale per il «Corriere della Sera», 2015, Vol. 10, p. 180.

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