Cari e
care, ritorna Dentella D’Erpici con le sue ricette di conversazione. Oggi,
tratteremo di spezie e di condimenti che non
dovrebbero essere impiegati. E che, invece, ricorrono nelle pentole degli
ariafrittai quasi tutti i giorni, per nascondere l’odore e il sapore dei
cervelli avariati.
“No, non ce l’ho assolutamente con te!” Meno male. Leva quel
coltello dalla mia milza, allora.
“Non posso avere la mia opinione?” Riconsideriamo il
significato di “opinione” secondo il dizionario Zingarelli 2003: “Idea,
giudizio o convincimento soggettivo”
(corsivo nostro). Ovvero: è roba tua. Non ha l’avallo d’alcuna
autorità/legge/prova. Perciò, non è né intoccabile, né immutabile –a meno che
tu non ritenga di non aver alcunché da imparare. Inutile dire che, secondo il
galateo comune, l’opinione andrebbe espressa su invito e circa faccende che ti
riguardano nell’immediato; in caso contrario, sarebbe invadenza. Ma non
pretendiamo che simili sottigliezze vengano colte. Comunque, “opinione”
andrebbe distinta da “accusa”: “1 Atto con cui si attribuisce una
colpa a qlcu […] 2 (dir.) Attribuzione
a una persona di un illecito penale o civile da parte di un organo pubblico o
di un privato” (Zingarelli 2003). “Ladro!”; “Assassino!”; “Pervertito!”; “Ma
non ti vergogni?!” “Che barbarie!” non sono opinioni.
“Ho solo citato!” Orbene, chiunque abbia
un minimo di dimestichezza con la pratica della citazione sa che essa non è mai
neutrale: serve a sostanziare un proprio pensiero, a dimostrare una tesi.
Quindi, quel “solo” è un tantino da rivedere. Sa di dito dietro a cui
nascondersi.
“Volevo sdrammatizzare…” Esclamare: «La montagna
sta andando a Maometto!» davanti a una signorina musulmana che pesa 120 kg non
sdrammatizza esattamente.
“Non hai il senso dell’umorismo!” Questo, a volte, è vero:
il senso dell’umorismo deriva dall’intelligenza, pertanto è raro. Però,
rimandiamo alla voce precedente.
“La mia era una provocazione ad arte.” Chi provoca sa che vi
saranno risposte a tono. Chi non vuol risposte a tono non provochi. Quanto a
quell’ “arte”, ci lascia perplessi il termine. In contesti come questi,
impiegarlo è un abuso.
“Io ho tanti amici X…” [dopo un fuoco di fila
contro la categoria X]. Di solito, quando si considera “amico” qualcuno, non
gli si spara alle spalle, né a lui come individuo, né a una categoria in cui si
riconosce.
“Ma scusa, non sono libero di fare come credo?” Quando “farai”,
deciderai tu. In questo momento, hai voluto inserirti in un confronto, perciò
ti si risponde. I liberissimi Ateniesi non avevano paura della messa in
discussione, anzi: la ritenevano salutifera. Ti dico solo: “Socrate” e
“Aristofane”.
“E guarda che io non ho alcun pregiudizio, sono
pure stato interessato…” Lo dimostri davvero bene [Ironico].
“Beh, in fondo, ti ha lasciato vivere…” Che magnanimità… Troppa
grazia, Sant’Antonio.
Dentella D’Erpici
Una volta ho detto che l'opinione non è un diritto, ma un privilegio che deriva dal saperla argomentare. Sono sfuggito a stento al linciaggio dei radical chic.
RispondiEliminaMa non erano pacifisti? Non fanno più i radical chic d'un tempo... xD
EliminaSono celenterati, che vestono male spendendo un casino :D
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