Il complesso di Lolita
Di Canidia Sagani
Loro non
vivono in campagna. Hanno comode case, smaglianti beauty-case, qualche peluche che
conserva strascichi d’infanzia (sono bambine, per quanto abbiano fretta di
crescere). Escono con i coetanei maschi e sono sovente più intraprendenti di
loro. Mio figlio, non molto tempo fa, ha dovuto darsi malato per declinare un
galante invito in pizzeria.
Passeggiano per le nostre strade a ogni ora del giorno (e
della notte). Come angeli dannati. In minishorts, in vertiginosi tubini, in
top, con tacchi alti.
Pensate a quando avevate la loro
età. A quei centimetri di gonna che potevano fruttare la paterna punizione o
assoluzione. Oggi, quanto conta il vostro parere, davanti a quelle gambe in
mostra, a quegli occhi ipertruccati? Le vostre figlie non vi lascerebbero certo
decidere del loro corpo. Sono libere. Ma
di fare cosa? Che desideri ha esattamente questa generazione, perduta come
Lolita in qualche Satyricon da
balera?
Forse, un giorno, le “Lolite” d’oggi
apriranno gli occhi. Vedranno che la gloria sta nell’esibire non una bellezza
provocante, ma il cervello. Cominceranno a leggere blog femministi, a discutere
sui forum, ad appendersi in camera fotografie di famose giornaliste. E forse,
un giorno, vedrete i loro articoli d’opinione sulle migliori pagine di Radical Fig.
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