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La simulazione onesta


“Bisogna attenersi ai fatti”. Quante volte l’abbiamo detto, sentito o pensato? Il problema è sempre lo stesso: i “fatti”, così come li intendiamo, non esistono; se esistono, non sono lapalissiani come li vorremmo. Inutile volere che i lettori se ne rendano conto pienamente: anche perché, se ciò avvenisse, molti di loro non comprerebbero più giornali per il resto della propria vita.

Tuttavia, ciò non autorizza a inventare di sana pianta, perché “le bugie hanno le gambe corte” –perlomeno, quelle che non hanno l’accortezza di truccare i documenti d’identità. Un bel guaio per chi campa di movimenti d’opinione. Per costoro, più che mai, con la cultura si mangia. Sono corteggiati anche da prestigiose testate, soprattutto ora che il web offre spazi praticamente illimitati. Queste corazzate offrono una buona protezione ai propri bravi, purché non trasgrediscano apertamente le leggi vigenti e –bisogna dirlo?- s’inchinino all’orientamento della testata. S’impone allora, a questi nuovi cortigiani, l’arte della simulazione onesta.

Di cosa si tratti è meglio chiarire con un esempio. Supponiamo che un reporter –il Griso- riceva una missiva da una vecchietta. Costei sa che il suo giornale si presenta come difensore delle fasce deboli della popolazione, quali donne e pensionati. Gli dice, dunque, d’un diverbio avuto sull’autobus con un giovane studente di famiglia benestante. Il “fatto” (o ciò che più gli somiglia) si riduce a questo: il ragazzo non l’ha vista, mentre scendeva dall’autobus, e l’ha urtata leggermente. Garriti della signora, seguiti da interminabili scuse del giovanotto, mortificatissimo. Naturalmente, in sé, la cosa non attirerebbe l’attenzione nemmeno degli sfaccendati da bar. Né sarebbe una vera e propria notizia, lasciamo stare un caso umano. Il Griso, però, è tenuto a non lasciar cadere l’osso, se vuol campare e restare stimato collaboratore di una tanto edificante testata. Rielaborerà, perciò, nel modo seguente:

 

VIOLENZA IN AUTOBUS

Lei vuole scendere: scatta l’aggressione

 

La signora “Matilde” (nome di fantasia) è una pensionata settantenne di Culagna. Poche pretese, qualche passeggiata, spesa al supermercatino sotto casa. Prende l’autobus, perché fatica a camminare. Arrivata a destinazione, vuole scendere. Tra lei e l’uscita dal mezzo, però, si frappone un giovane dall’aria baldanzosa, vestito con costosi capi firmati e dai muscoli bene in vista. Lei cerca di farsi concedere il passaggio. Al suo timido tentativo, esplode la violenza: lui la spintona, sotto gli occhi indifferenti degli altri passeggeri. La pensionata rischia di perdere l’equilibrio, di fratturarsi il femore. Urla. Ma il bullo scende indisturbato, senza che nessuno muova un passo per fermarlo, né per consolare la settantenne sconvolta. “Voglio che Culagna torni a essere una città civile, dove si possano usare i mezzi pubblici in sicurezza” ci scrive. “Ma non so quando ciò si realizzerà, se questo è il senso civico diffuso."

 

Griso

 

In tal modo, è stata costruita una vera e propria menzogna, senza tradire apertamente i “fatti”. È difficile che venga smascherata, proprio perché il Griso, formalmente, non ha inventato nulla e potrebbe esibire la lettera della vecchietta, a riprova di quanto scritto. Al suo giornale verrà gloria, i lettori loderanno l’attenzione ai problemi sociali, il povero ragazzo sarà lapidato moralmente da chiunque intuirà la sua identità. Lasciamo stare i poveri cittadini di Culagna, che passeranno da crumiri. Solo qualcuno si ribellerà alla deformazione dell’episodio. Ma si tratterà di pochi fortunati che vi hanno assistito di persona e avranno, perlopiù, la sorte di Cassandra. Ma questa –come si usa dire- è la stampa, bellezza.

 

 

Commenti

  1. Complimenti, articolo bellissimo :)

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    1. Grazie per la costante attenzione... :) C'è bisogno (ora più che mai, nell'era di Internet) di essere scaltriti davanti al potere mediatico. Cosa che, purtroppo, è difficile per chiunque, indipendentemente da cultura, età, intelligenza. Perché è impossibile vedere tutto di persona o documentarsi su ogni cosa. Preventivamente, proporrei lo scetticismo strategico davanti a qualunque slogan/articolo/discorso che sollevi intense reazioni emotive.

      P.S. Oggi, ho fatto un altro giretto sul tuo blog... Ho apprezzato particolarmente i tuoi post sulle compositrici dimenticate. :D

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  2. Il Griso ha cambiato settore ma continua a fare lo stesso mestiere :D

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