Ricordate I Reietti dell'Assurdo? Hanno già stupito il pubblico al castello di Padernello, con Sam(I)el: la storia del primo arcangelo ribelle.
Questa saga è continuata per il
decimo anniversario del Laboratorio dell'assurdo. Stavolta, la scena è stata
quella del Teatro Parrocchiale di Borgo San Giacomo (BS). IL 24 febbraio 2024,
i nostri Reietti preferiti hanno rappresentato Vanessa regina del Limbo. Il
testo era una loro produzione originale, come sempre. La regia era di Nicola Fasanini, con l'aiuto di Herbert Brunelli. Del trucco si sono occupate
Charlotte Mattini e Irene Schena. In scena, come sempre, hanno recitato i
giovani Laura Fumasi, Giacomo Micheli, Lorenzo Schena, Jacopo Albertini, Elisa
Fumasi, Manuele Pedretti, Francesco Santi, Michele Traversari e Silvia
Traversari.
La storia, ovviamente, aveva luogo
nel Limbo: la parte dell'aldilà
cristiano che, un tempo, si riteneva destinata ai virtuosi non battezzati, in
particolare ai bambini morti prima di ricevere il primo sacramento. La regina Vanessa, nonostante l'aspetto
tetro, è assai materna e si prodiga senza posa per queste anime infantili. Ma
il richiamo della vita non si è spento in loro... Ciascuno, a suo modo, aspira
a sperimentare quell'esistenza corporea che ha potuto solo intravedere.
Soprattutto, le anime del Limbo vorrebbero uscire dall'innocenza forzata e fare le proprie scelte. Un'aspirazione
che Lucifero comprende bene, così come
comprende la nostalgia che queste anime hanno della luce.
È lui a indicare a Vanessa un modo per esaudire il desiderio dei piccoli: stringere un patto con Wagner, uno spirito svelto e astuto che riunisce in sé le caratteristiche del cane, del gatto, del topo e del ratto. Ovviamente, ci sarà un prezzo: se i bambini, sulla Terra, verranno battezzati, Vanessa non li rivedrà mai più e rimarrà in una solitudine totale. Dulcis in fundo, Vanessa conosce il mondo degli umani e non ne ha (a ragione!) molta stima. Compirà davvero il sacrificio di lasciar andare i suoi bambini? E quali saranno le conseguenze?
Un dramma intenso su un dilemmi
eterni: la scelta fra un'innocenza
ovattata (ma limitata) e le possibilità (anche crudeli) della vita, fra
possesso e amore.
Nonostante i lunghissimi
monologhi, i Reietti dell'Assurdo hanno saputo rappresentare emozioni intense.
La scenografia minimale era fatta soprattutto di luci, che hanno
smaterializzato scena e personaggi, come si addice a un dramma ambientato in un
mondo puramente spirituale. Ancora una volta, i Reietti dell'Assurdo hanno
mandato un messaggio coraggioso e affrontato drammi al cuore della natura
umana. Nell'era delle piattaforme digitali, il teatro si riconferma capace di sfidare e coinvolgere il pubblico meglio di qualsiasi altra arte performativa.
Il segreto? Il suo essere carne e ossa.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.