È giunto il momento di svelare una sconvolgente verità: i primi uomini ad andare sulla Luna furono tre bresciani. Non è una bufala: è quanto raccontano i Cinelli’s, cantautori parodistici.
Scherzi
a parte, quest’anno cade il cinquantesimo anniversario del viaggio di Neil
Armstrong sul nostro beneamato satellite. Contemporaneamente, compie vent’anni
il primo CD inciso dai Cinelli’s: La Luna sui cachi. Per festeggiare la
doppia ricorrenza, hanno partorito SNASA: un album che racconta, in dodici
brani, l’impresa lunare in chiave bresciana. I favolosi astronauti sono:
Giancarlo “Charlie” Cinelli (voce e chitarra); suo fratello Piergiorgio “Cinellino”Cinelli (voce e basso); Roberto “Gianpieroberto” Giribardi (batteria).
La storia comincia con I m’ha molàt
sàbot: dopo molte e approfondite visite mediche, finalmente i nostri eroi sono
stati dichiarati idonei ad andare sulla Luna. Peccato che debbano partire
proprio il giorno in cui avrebbero dovuto assistere alla partita del Brescia…
Per di più, uno dei tre, la sera prima della partenza, torna A casa ciòk (santo cielo!).
A
ogni modo, i tre si accomodano sul razzo in tempo. E, a bordo, gli orari sono
accuratamente scanditi, come recita Sèt e quaranta. Non è certo una crociera
qualsiasi…
Comunque,
c’è una preoccupazione non da poco, per un gruppo di bresciani ruspanti: Sö la
Lüna mé ‘l só, il cibo non è certo nostrano. Meglio provvedere prima,
portandosi appresso salumi, costine di maiale e altro bendidio…
In
compenso, dal razzo si gode un panorama notevole: Vède zó Temù e tanti altri
paesi sul lago di Garda.
Una
volta arrivati a destinazione, è importante calzare i Munbut, quella sorta di
“doposci” inclusa nella tuta da astronauta. La superficie del satellite,
infatti, è coperta di pietre: non certo gradevole, per chi ha un’unghia del
piede incarnita.
Se,
vent’anni fa, i Cinelli’s vedevano la Luna sui cachi, ora vedono I cachi söla
Lüna: o, meglio, si aspettavano di trovarveli. Invece, non ce n’è nemmeno uno…
chissà come mai!
La
preoccupazione principale rimane, però, riuscire a seguire le partite di
calcio. La televisione di bordo non riceve bene il segnale, l’antenna è troppo
corta… A uno dei tre tocca dunque avventurarsi fuori dal razzo, con il compito
di risolvere l’inconveniente tecnico (Slónghela).
Altra
scomodità: lassù, Gh’è mia la dòcia. D’altronde, in assenza di gravità,
l’acqua sarebbe andata dappertutto. Per non parlare di quando bisogna indossare
il pigiama, o andare al bagno…
In
più, si è esaurita La bombola dell’ossigeno e non se ne trovano di riserva.
Vien proprio voglia di dire Che so gnit a fa’… Si stava così bene sulla
Terra, con tutte quelle care e piccole abitudini che ora mancano. Magari, anche
quella di guardare la Luna… a debita distanza, però!
Lo
sconforto, tuttavia, dura solo finché i Cinelli’s non scoprono il famoso Dark
Side of the Moon: sulla parte del satellite mai visibile dal nostro pianeta,
sembra esserci un vero e proprio Paese di Cuccagna.
L’album
si conclude in modo circolare, con Snàza: alla fine dell’impresa, bisogna
tornare dalla dolce metà e scusarsi d’averla trascurata. Tra il viaggio
spaziale e le conseguenti interviste in televisione, non c’è stato tempo per
l’amore. Ma non ci si è dimenticati di portare una boccetta di profumo della
Luna, che parrebbe paradisiaco.
Insomma:
l’impresa dei Cinelli’s è meramente un frutto di scanzonata fantasia. Ma (ancor
più di quella di Armstrong) è riuscita a farci sentire la Luna vicinissima alla
nostra Terra.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 145 (agosto 2019), p. 6.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.