Passa ai contenuti principali

Le Aggiunte al Libro di Ester: contesto storico



Presentazione della mia tesi di laurea magistrale dal titolo: The Additions to the Book of Esther: Historical Background.




Il presente lavoro tratta della situazione storica adombrata dalle cosiddette “Aggiunte” al Libro di Ester. Il Libro di Ester è un testo biblico compreso nella cosiddetta sezione degli Scritti. È una delle cinque Mǝghillôth (ovvero, “Rotoli”) inclusi in detta sezione e letti durante le solennità del calendario ebraico. Il Libro di Ester è il Rotolo che accompagna la festa di Purim, di cui fornisce la seguente eziologia. Il Gran Re di Persia Assuero –o Artaserse, nelle versioni greche- avrebbe ripudiato la propria moglie per disobbedienza. In sostituzione, avrebbe scelto come nuova sposa Ester, cugina e figlia adottiva dell’esule ebreo Mardocheo. Grazie alla propria posizione di regina e al proprio coraggio nell’affrontare l’irascibile sposo, Ester avrebbe salvato il proprio popolo dal genocidio progettato da Aman, principale collaboratore del sovrano. Aman, condannato a morte insieme alla propria progenie, sarebbe stato sostituito a corte da Mardocheo. La festa di Purim ricorderebbe quel rovesciamento di sorti.

            Quelle che chiamiamo “Aggiunte” sono sei brani assenti nel Testo Masoretico del Libro di Ester e presenti, invece, nelle versioni greche della cosiddetta “Bibbia dei Settanta” e del “Testo Alfa”.

L’Aggiunta A narra un sogno allegorico di Mardocheo circa gli eventi che saranno esposti nel resto del Libro, nonché una congiura di palazzo sventata da Mardocheo stesso (simile a quella raccontata dal Cap. 2 del Libro).

L’Aggiunta B è costituita dal testo dell’editto con cui Artaserse autorizza lo sterminio degli Ebrei entro i confini del proprio regno.

L’Aggiunta C riporta due lunghe preghiere pronunciate rispettivamente da Mardocheo e da Ester nel momento della crisi.

L’Aggiunta D  è una narrazione romanzesca e particolareggiata dell’inaspettata visita di Ester ad Artaserse, in cui la regina (con l’aiuto divino, secondo l’autore) riesce a commuovere il sovrano.

L’Aggiunta E riporta il testo dell’editto con cui Artaserse autorizza gli Ebrei a difendersi dai tentativi di attuare lo sterminio.

L’Aggiunta F contiene l’interpretazione del sogno iniziale di Mardocheo.

            I brani sopra elencati mostrano uno stampo letterario di tipo greco ellenistico, specialmente le Aggiunte B, D ed E. Allo stesso tempo, però, sottolineano gli aspetti anti-gentili e nazionalistici del testo. Ciò vale, in particolare, per le Aggiunte A ed F, quelle relative al sogno di Mardocheo. Esso, infatti, legge la vicenda del mancato sterminio nei termini d’una lotta universale fra Ebrei e Gentili. Quest’ultima è presentata anche come una lotta fra Bene e Male con esito deciso da Dio. La tematica e lo stile delle Aggiunte A e F ricordano le caratteristiche della cosiddetta letteratura apocalittica. L’espediente del sogno allegorico è però tipico anche della letteratura greca.

            Le versioni greche del Libro di Ester sono chiuse da un colophon analizzato, in particolare, da E. J. Bickerman. Quest’ultimo ne trae spunto per collocare la traduzione tra il 78 e il 77 a. C. Intorno a quello stesso periodo, Apollonio Molone pubblicò il primo pamphlet greco Contro gli Ebrei. Dieci anni prima, erano avvenute le prime violenze antigiudaiche ad Alessandria e Antiochia. L’Egitto vide gli Ebrei alleati con Tolemeo X contro gli Alessandrini. Proprio la dinastia tolemaica offre diversi esempi di alleanza e collaborazione fra i sovrani e la popolazione ebraica. Un frutto di questa collaborazione sarebbe stato proprio il patrocinio regio alla traduzione in greco del Pentateuco, nucleo originario della cosiddetta “Bibbia dei Settanta”.

            La comunità ebraica alessandrina fu coinvolta anche nelle lotte dinastiche fra gli ultimi Tolemei. Essa, per esempio, si schierò con Cleopatra II contro il fratello di lei, il futuro Tolemeo VIII. L’autonomia e il peso politico della comunità ebraica alessandrina avrebbero portato a tentativi regi di tenerla sotto più stretto controllo. Questi tentativi, secondo J. Mélèze Modrzejewski, sarebbero adombrati dal Terzo Libro dei Maccabei, un testo per più aspetti simile alle versioni greche del Libro di Ester. Queste ultime –tramite le Aggiunte B ed E- pongono a confronto le accuse antigiudaiche con le proclamazioni –da parte ebraica- di fedeltà e sostegno ai legittimi sovrani. L’Aggiunta C sottolinea, però, la necessità di distinguere tra l’obbedienza al monarca e il culto a Dio –tema particolarmente scottante, dato che sia i Tolemei che i Seleucidi richiedevano per sé onori divini. L’Aggiunta C, per bocca di Ester, pone in rilievo anche la necessità di nascondere la propria identità ebraica negli ambienti di corte, che garantivano possibilità di carriera solo a patto di un’alta assimilazione ai costumi che della corte erano caratteristici.

L’Aggiunta D, oltre a conferire a Ester i caratteri tipici d’un’eroina da romanzo greco, toglie iniziativa alla protagonista e sottolinea l’intervento divino. Ciò rimanderebbe a una visione del mondo fatalistica, in cui le sorti del popolo ebraico disseminato fra i Gentili sono decise da poteri incontrollabili.

            Verso la fine del I secolo d. C., Giuseppe Flavio inserirà la vicenda di Ester nelle Antichità giudaiche. La sua versione, oltre a riflettere probabilmente quella diffusa a Roma, è particolarmente adatta a un impiego apologetico filogiudaico davanti a un pubblico di non-Ebrei. Sono infatti omesse le Aggiunte A ed F, mentre la parafrasi dell’Aggiunta C tace la professione di assoluto monoteismo da parte di Mardocheo e le invettive di Ester contro i Gentili. La parafrasi dell’Aggiunta D omette il paragone fra il sovrano e “un angelo di Dio”, in linea con un operato letterario che adatta le vicende bibliche ai gusti d’un pubblico estraneo a questo tipo di credenza religiosa.

            Sempre Giuseppe Flavio, in opere come la Guerra giudaica e il Contro Apione, testimonia della persistenza secolare dei luoghi comuni antigiudaici e delle tensioni fra Ebrei e Gentili. Queste ultime erano state sicuramente esacerbate dalla rivolta maccabaica contro Antioco IV e dalla guerra fra Alessandro Ianneo di Giudea e il Seleucide Demetrio III.

            Il Libro di Ester nelle sue versioni greche –dotate di dette Aggiunte- sarebbe dunque un segno sia della profonda ellenizzazione sperimentata dagli Ebrei della Diaspora, sia delle tensioni sempre meno sanabili fra loro e il resto del panorama politico-culturale ellenistico.




18 febbraio 2014

Università degli studi di Pavia

Aula Volta

Presidente della commissione: prof. Lucio Troiani

Relatore: prof. Lucio Troiani; Correlatore: prof. Elio Jucci

Il testo della tesi è consultabile e scaricabile da qui.

Commenti

  1. Davvero un bel lavoro Erica!
    il libro di Esther è uno dei miei preferiti nella Bibbia. Lei è stata davvero una donna grande, un esempio di coraggio e virtù. Bel lavoro 😊
    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie davvero, Giulia... :-D Il lavoro è stato complesso, ha toccato tanti punti controversi e anche la discussione di tesi è stata ardua. Tantopiù per questo ti sono grata dell'apprezzamento... ^_^

      Elimina

Posta un commento

Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italian...