La casa editrice Salani è cresciuta con l’Italia. Una
mostra ha festeggiato i suoi 150 anni di vita. Da essa, è stato mutuato il
titolo della lectio magistralis della
direttrice editoriale Mariagrazia Mazzitelli: “Da Pinocchio a Harry
Potter: la cucina dei best seller”. Essa
ha inaugurato la 6^ edizione del Master di I livello: “Professioni e prodotti
dell’editoria”, organizzato dal Collegio Universitario S. Caterina da Siena, in
collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia. Sarebbe seguita la
presentazione del libro realizzato dai masteristi, come consueto compito di
fine corso: “Inchiostro proibito. Libri censurati nell’Italia contemporanea”
(Edizioni Santa Caterina). Nella sala conferenze “Enrico Magenes”, il 14
febbraio 2013, la rettrice Maria Pia Sacchi Mussini ha annunciato che le classi
del master sarebbero state due, anziché una, causa aumento di iscrizioni. Fra i
masteristi, spesso, si ritrovano laureati di campo umanistico. Per questo, era
presente la prof.ssa Carla Riccardi (dipartimento di Studi Umanistici, sez. di
Scienza della Letteratura e dell’Arte Medievale e Moderna). L’offerta di una
preparazione professionale specialistica fa parte dell’impegno dell’ateneo
pavese a orientare gli studenti nel mondo del lavoro.
La dott.ssa Mazzitelli si è presentata come uno di quei
giovani che, “dal Sud”, guardavano alla Lombardia. Per l’appunto, si laureò a
Milano (Lingua e letteratura russa) ed entrò subito nel mondo dell’editoria.
Erano gli anni ’80 e la situazione economica era quasi l’opposto dell’attuale.
Del suo mestiere ha sottolineato la natura cooperativa.
A decidere di durevolezza e qualità d’una casa editrice è l’équipe che la compone. Ne è esempio
l’Einaudi primonovecentesca: quella dei coniugi Ginzburg, di Norberto Bobbio,
Massimo Mila, Cesare Pavese, Giaime Pintor. La cultura umanistica e l’intelligenza
sono applicate agli obiettivi concreti dell’imprenditoria: soprattutto, alla necessità di vendere i prodotti.
Si richiede, dunque, un lavoro di interpretazione
del presente. L’équipe editoriale deve fiutare il clima storico e sociologico,
capire di cosa il pubblico senta il bisogno. Deve arrivare al cuore dei lettori
in modo semplice e diretto, come lo è la comunicazione
efficace. Laddove ciò avviene, l’editore riesce a far recepire al vasto
pubblico anche romanzi di qualità finissima. In caso di traduzioni, si aggiunge
la sfida di indovinare se un best seller straniero potrebbe essere tale anche
in un altro Paese: ovvero, se esista un ponte fra due mentalità e situazioni
storico-sociali. È successo sicuramente con la saga di Harry Potter, successo intercontinentale che ha fatto uscire la letteratura per
ragazzi dal limbo dei sottogeneri. Le children’s
stories, molto curate nei Paesi anglosassoni, sono state anche l’asso nella
manica della collana “Gl’Istrici”.
Pubblicata, appunto, da Salani, ha denominato una generazione. Si aprì nel 1987, con “Il GGG” di Roald Dahl e “Pippi
Calzelunghe” di Astrid Lindgren. Le traduzioni mediocri e il formato tascabile,
inizialmente, allontanarono il pubblico, abituato a libri per bambini in
edizioni “da regalo”. Le edizioni posteriori, invece, videro il successo di
questa collana pungente, critica e “dalla parte dei più piccoli”. Nulla a che
vedere con gli “alti sentimenti” deamicisiani o il didascalismo di Collodi.
Piuttosto, un mondo alla rovescia, in cui i bambini realizzano scherzi
surreali, fanno un uso magico della propria intelligenza e trasportano gli
amici sulle “isole deserte” dell’immaginazione.
La mostra per i 150 anni dalla fondazione della casa
editrice Salani ha visto una gran partecipazione di pubblico. Famiglie con
bimbi al seguito e vecchi lettori a caccia di pagine della propria infanzia.
Contrariamente ad altri prodotti in commercio, il libro s’incunea nell’uomo e,
a volte, getta il seme di passioni durevoli: “Sono diventato astrofisico,
perché quel romanzo mi ha incuriosito
sulle stelle, da bambino…” Fra queste passioni, anche l’editoria stessa: un
invito a saper inventare e reinventarsi, a dispetto d’ogni crisi.
Inchiostro (Pavia), aprile 2013, pag. 18.
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