Passa ai contenuti principali

Uomini e uomini

“Ci sono due tipi di uomini. Il vermiciattolo umano, per nulla turbato nel suo torpore millenario, prosegue la propria piccola esistenza senza troppa pena.

 I suoi dolori: l'imprevisto che arriva come alla coda della lucertola, che un nonnulla fa cadere, che un nonnulla fa ricrescere, e della quale il prezzo è qualche goccia di sangue freddo! Le sue gioie: solleticamenti della gola e di certi altri organi. E' tutto ed ecco l'uomo, l'uomo contento di esistere. Gli basta un colpo di dito per farlo vacillare. Poi, la bestiola scalpita...

Per fortuna [...] a gloria della Vita, c'è un altro uomo: è colui che non è mai e nient'affatto contento! Non gli piace più fare ciò che ha fatto troppo a lungo, né essere là dove ha vissuto troppo a lungo. Indietreggiare, piuttosto che stagnare. E meglio urlare che non sentire nulla. Quest'uomo non può persistere né nel riso, né nel gemito, come non lo può nella fortuna né nella sventura. Tutto gli va bene per un certo tempo, perfino il carcere, ma nulla a tempo indeterminato, neppure la libertà. E' l'uomo che ha scoperto la ruota e non si è fermato ad essa. E' parimenti quello che spintona senza posa la vita e la spinge a tutti gli estremi, buoni o cattivi. Questo tipo d'uomo sembra essere molto interessato, ma non lo è affatto, perché se gli si toglie tutto, egli si trova ancora di meglio! Tagliategli le braccia, lavorerà con i piedi. [...]

C'è un terzo tipo d'uomo: è colui che è arrivato, dopo sofferte ricerche, all'imperturbabilità, e che è ugualmente contento nella sventura come nella felicità!"




(Da: Panaït Istrati - Josué Jéhouda, La famiglia Perlmutter, 1927)

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio