“Non temere” sussurri, piegando i tuoi grappoli d’onde
sui miei pensieri fiochi, sulle ombre del silenzio;
intorno a noi, la Sera riempie la stanza con i lembi
sapienti della veste e un sorriso d’intuizione.
Questo è il tuo mondo, farfalla dalle labbra infanti
le cui risa si fanno boccoli di colori.
Lo credevo diverso, troppo vago per il mio cuore
che traccia a linee nette di parole il suo volto.
La tua stanza riflette il caos gioioso d’un eterno
gioco a cui sfidi il pianto e il ner peso della terra;
non avresti capito –pensavo- la cura discreta
con cui poso, ogni giorno, un’altra pietra di vita.
Non c’è gioco nell’arte di plasmare il mio mondo strano,
forse troppo pensiero –e di me ride l’inconscio.
Così ti ho lasciato sulla mia porta, nell’attesa
che si aprisse al tuo aroma di freschi campanelli.
Ed infine la Sera ti ha portato, nuova di rore,
a dirmi una saggezza sorella del mio cuore;
la tua mano ha donato l’ultima pietra al mio universo
e, con una parola, l’hai appeso alle stelle.
Ti ho conosciuto, allora, madonna dalle labbra infanti
le cui risa si fecer mio soccorso in un bacio.
Menzionata per la Provincia di Brescia al 14° concorso “Poesia a Caslino”, bandito dalla Fondazione Gennari di Caslino d’Erba (CO), sezione D (“Università”), 2011
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