Passa ai contenuti principali

La stagione delle fiabe, per giocare con la paura

Marco Di Giaimo e Giuseppe Bono
con il loro Nachzehrer.
Anche nel 2017, Manerbio è arrivata all’appuntamento con la Notte delle Fiabe: una serata in cui i personaggi amati nell’infanzia prendono vita per le strade. I principali organizzatori sono il Comune e l’Associazione Amici della Biblioteca di Manerbio. Quest’anno, però, non ha visto solo una notte, ma “La stagione delle fiabe”. L’evento, infatti, è stato preceduto da tre incontri uniti da un filo inaspettato: la paura. L’orrore è infatti un ingrediente indispensabile di ogni fiaba. Specialmente nel Bresciano,  i non-più-giovani ricordano infanzie costellate da racconti spaventosi, volti a distrarre e tener quieti i bambini, oltre che a trascorrere le veglie nelle stalle. Le serate si tenevano nel giardino del palazzo municipale; per l’occasione, i sotterranei di quest’ultimo sono stati aperti al pubblico, alla luce dei lumini. 
            “La stagione delle fiabe” è perciò cominciata il 23 agosto, con Il segreto del vecchio cimitero (Arese 2016, Edizioni Della Vigna): un romanzo fantasy di Marco Di Giaimo e Giuseppe Bono, ambientato nel nostranissimo Borgo San Giacomo. Il “vecchio cimitero” è il Sagrato, l’elegante camposanto settecentesco abbandonato fin dai primi dell’Ottocento. Una leggenda vuole che, in esso, si trovi il “prete seduto”: la salma di un prelato sistemata su un trono, coi paramenti indosso. Gli autori hanno unito questa leggenda a quella del “vampiro di Venezia”: lo scheletro di una donna rinvenutosull’isola del Lazzaretto Nuovo, con un mattone in bocca (esorcismo per impedire ai presunti vampiri di nutrirsi del sudario e tornare fra i vivi).
            Il 6 settembre, è stata la volta di Madóra che póra! Storie e leggende della Valle Trompia, a cura di Giovanni Raza (2015). Si trattava di racconti popolari su spettri, streghe, esseri campestri e semiumani, vecchi delitti, miracoli e aneddoti curiosi. In essi, le credenze cristiane si mescolavano ad altre più antiche, di epoche in cui i boschi erano percorsi dagli dèi della guerra, gli animali erano sacri e le fonti d’acqua erano abitate da fate non sempre benigne.
           
Le Muse dell'Onirico ne
"La cripta del nobil cavalier"
Il 30 agosto, i piccoli sono stati invitati ne La cripta del nobil cavalier: ovvero, l’ideale discesa nelle loro paure, per toccarne con mano l’inconsistenza. La serata è stata curata dalla compagnia teatrale “Le Muse dell’Onirico”, che ha impersonato le “guide spirituali” del percorso: un frate condannato per eresia (Andrea Manera), una ragazza mutata in vampira dopo un’esperienza spaventosa (Erica Gazzoldi), una megera raccontafavole (Daniela Capra).
            In compenso, la Notte delle Fiabe vera e propria ha stemperato il terrore con la dolcezza. Il tema, infatti, era dato da un racconto di Oscar Wilde: Il gigante egoista (1888). Il protagonista è effettivamente un essere spaventoso: un gigante (appunto), che terrorizza i bambini “colpevoli” di giocare nel suo giardino. Peccato che il suo egoismo lo condanni a rimanere chiuso in un perpetuo inverno. Se vorrà rivedere la primavera, dovrà redimersi… 
Notte delle Fiabe 2017
Manerbio
"Il gigante egoista"
La Notte avrebbe dovuto tenersi il 16 settembre; è stata differita al 23, per ragioni meteorologiche. Dato il tema “gigante”, giganti erano le decorazioni: sagome in cartone di vestiti, piedi, posate, tutto “oversize”. Una sterminata fascia di carta era distesa sul suolo di piazza Cesare Battisti, perché i piccoli la riempissero di disegni, con l’aiuto di Maurizio Baselli. I figuranti indossavano alti cappelli e bottoni (ovviamente) giganteschi. Uno di loro, sul bottone, recava la scritta: “Io sto con il gigante” (dopotutto, i bambini non sono simpatici proprio a tutti…). Il Gruppo Alpini, nei portici di Palazzo Luzzago, cucinava patatine e “pà e salamìna” (il ricavato sarebbe stato devoluto ai terremotati). La comunità indiana locale faceva invece assaggiare alcuni piatti etnici; quella senegalese mostrava disegni e statuette. L’associazione Saltabanco-Arciragazzi intratteneva i piccoli con giochi in formato (ovviamente) gigante: un vasto tiro a segno disegnato a terra, “mattoncioni” colorati, trampoli… Bassa Bresciana Rugby proponeva un assaggio “soft” di questo sport. Minervium Scherma teneva una dimostrazione. Il bibliotecario Giambattista Marchioni, in via XX Settembre, aiutava i bimbi a salire su una gigantesca sedia impagliata. L’Associazione TILT - Tu, Loro, Tutti, che si occupa di offrire esperienze lavorative in campagna ai ragazzi autistici, sfidava i passanti a indovinare il peso di una zucca. Nel Piazzolo, la caffetteria Lady e la gelateria Mirtillo avevano organizzato “Just Dance”, con la “Melagodo Events and Party” di Brescia: balli da discoteca coordinati da un video. L’immancabile Tino faceva sperimentare giocattoli di legno. Il Gruppo Verolese Volontari del Soccorso si era trasformato in “Orso Soccorso”. Il MYA Tennis Club faceva provare ai piccoli l’uso delle racchette. In Piazza Italia, oltre a un Pinocchio gigante appoggiato a un albero, c’erano gli stand di “Genitori all’Opera” (l’associazione delle famiglie degli alunni della Scuola Materna e Nido “G. Ferrari”). Avevano realizzato “Il giardino d’inverno”, in riferimento alla fiaba di Wilde. Qui, si poteva giocare con ombrelli gocciolanti, cubi di ghiaccio da pescare, secchi rovesciati da percuotere, sequenze di una fiaba da riordinare. Poco più in là, la stessa associazione proponeva “Il grande pozzo”: vi si pescavano biglietti abbinati a sorprese…

            La serata si è conclusa davanti al palazzo municipale: al suono dei battimani (per “scaldare il cuore”), è stata liberata una nuvola di palloncini. Dopodiché, è stato il momento di condividere “la torta più grande del mondo”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco...

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e V...

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italian...