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Così non è (anche se pare)

“Poco dopo [Lucy] si trovò a leggere una formula magica che consentiva di scoprire cosa pensavano di te i tuoi amici. […] Tutto d’un fiato (aveva paura di cambiare idea) pronunciò le parole necessarie (niente e nessuno mi convincerà mai a rivelarvele!) e attese che succedesse qualcosa. […] I disegni si stavano muovendo, modificandosi. Tratto dopo tratto, cominciarono a prendere la forma di un treno, più precisamente di una carrozza di terza classe, dove sedevano due scolarette. Le riconobbe all’istante: erano Marjorie Preston e Anne Featherstone. […] 
‒ Spero che in questo trimestre avremo modo di stare più insieme ‒ disse Anne. ‒ O forse sei ancora occupata con quella Lucy Pevensy?
‒ Occupata? Non capisco ‒ ripeté Marjorie.
‒ Oh, sì, eccome se capisci ‒ le disse Anne. ‒ In quest’ultimo trimestre l’hai seguita come un’ombra.
‒ Oh, no, non è vero, non sono mica così sciocca! Lucy è molto simpatica, a modo suo, intendiamoci. Ma mi ha stufato, già prima che il trimestre volgesse al termine.
‒Ah, è così, allora? Stupide! Vedrete che non ci sarà nessun altro trimestre! ‒ gridò Lucy. ‒ Voltafacce che non siete altro!
[…]
“Accidenti” disse Lucy fra sé “e pensare che mi stava simpatica. Che sciocca a farle tutti quei piaceri! Le sono stata sempre appiccicata, per non lasciarla sola! E lei questo lo sa. E che tipo quella Anne Featherstone! Dico, non saranno così anche tutti gli altri miei amici? Ci sono tanti altri disegni… No, proprio non ce la faccio, non voglio sapere. No, no…” e con uno sforzo sovrumano voltò pagina. Una grande lacrima di rabbia cadde, e bagnò la pagina del libro.
            […]
In quel momento, avvertì un leggero rumore di passi che proveniva dal corridoio alle sue spalle. […] Sulla soglia della stanza c’era Aslan in persona, il più grande e potente di tutti i Gran Sovrani. Era là, in carne e ossa, e senza fare un solo gesto, lasciò che Lucy lo baciasse e si rannicchiasse nella sua sfolgorante criniera. […]
‒ Piccola ‒ disse. ‒ Ti ho sentita origliare.
‒ Origliare?
‒ Sì. Ti sei messa ad ascoltare quello che le tue compagne di scuola dicevano di te.
‒ Ah, quello? Non credevo che significasse origliare. Non è forse magia?
‒ Spiare la gente grazie alla magia significa spiarla comunque. Tu hai giudicato male la tua amica; ella è una debole, ma ti vuole bene. Era soltanto intimorita dall’età della sua compagna, e ha detto cose in cui non credeva affatto.
‒ Forse non potrò mai dimenticare le sue parole.
‒ No, forse no.
‒ Oh, caro Aslan ‒ sussurrò Lucy. ‒ Allora ho rovinato tutto? Stai forse dicendomi che se non fosse stato per l’incantesimo, avremmo potuto continuare ad essere amiche… amiche per la pelle, forse anche per tutta la vita, e che ora, invece, ciò non è più possibile?
‒ Piccola ‒ rispose ‒ non ti ho spiegato più di una volta che nessuno, mai, può conoscere quello che il futuro gli riserva?”

C.S. LEWIS


Da “Il viaggio del veliero”, in: Le Cronache di Narnia, (“Contemporanea”), Milano 2000, Arnoldo Mondadori Editore,  volume secondo, pp. 269-272. [The Voyage of the Dawn Treader, 1952. Traduzione di Chiara Belliti].

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