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Se la democrazia si misura in euro


Gentili Alfano, Bersani e Casini,
l'attuale cronaca politica non lascia dubbi sul cattivo uso dei cosiddetti "rimborsi elettorali". Tutto ciò in un periodo in cui sono imposti tagli sempre crescenti alla spesa pubblica, in settori senz'altro più vitali per i cittadini. Ciò che Avaaz e l'Italia si augurano è che venga effettuato un atto di buonsenso: la rinuncia ai milioni di euro che costituirebbero il rimborso per la campagna elettorale del 2008. Del resto, non si tratterebbe che di mantenere promesse già formulate. Capirete bene che, nella presente situazione del Paese, a stringere la cinghia non dovrebbero essere solo i cittadini senza un soldo. Se la richiesta dovesse parere eccessiva agli esponenti della politica italiana, bisognerebbe mettersi nei panni di chi sente annunciare, ogni giorno, che mancano soldi per la ricerca scientifica di base, l'istruzione pubblica, le pensioni, ecc., per poi scoprire che ve ne sono in abbondanza da riversare in tasche che non ne necessitano. Né si dica che il "rimborso elettorale" è fondamentale per la democrazia, perché è la sostanziale ricottura del "finanziamento ai partiti" respinto dal referendum del 1993. Giocare con le parole per sottrarre denaro alle pubbliche necessità non è democrazia. Sottrarre, appunto, detto denaro alla collettività per farcirne le tasche di una minoranza "rappresentativa" (?!) non è democrazia. A questo punto, si instauri una gara a chi dimostrerà maggiore onestà. Cordialmente,


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Erica Gazzoldi
Italia  


Campagna Avaaz: "Alfano, Bersani, Casini: rimborsate gli italiani ora!"

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