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Dioniso

Sara si fissava nel ritaglio dello specchio; le sue ciocche d’inchiostro serpeggiavano lungo le spalle seminude, lungo il disegno delicato delle scapole.             Dal letto, Mirko la occhieggiava con studiata distrazione. Nel corridoio del collegio, gli altri allievi del “Cairoli” vociavano e rimandavano tonfi da una parete all’altra, in quella che doveva essere un’improvvisata partita di calcio con una palla di cartacce.             «Domani, non verrò a trovarti» annunciò Sara, passando il pettine di Mirko là dove, poco prima, si erano immerse le dita di lui. «Non so tu, ma io avrò bisogno di riposare, la notte prima della recita».  Baccanti. Fonte: igiornielenotti.it «Non c’è problema» mormorò lui, in un soffio tenero e rauco. Finalmente, anche Mirko aveva trovato posto nelle iniziative teatrali della professoressa Fusini . Negli anni precedenti, lei aveva...

Tra il bianco e il nero

Un plin! apre anelli d’aria attorno al tuo dito. Giochi, Attico, tra il bianco e il nero dei tasti; una piega bruna nelle ciglia. S’acquatta la tua anima nei propri “dolci bruttissimi versi” (1) -così li direbbe Gozzano. Anch’essa ha lo sfarzo goffo d’un melodramma: grappolo di ninnoli, “palpiti” e “ardori”, che pure strappan, tra i sogghigni, una lacrima. Ho numerato i tuoi eccessi in un libretto di rime spaiate, abbozzato nel margine fra il cuore e il capriccio. Poi, li ho cullati uno per uno e ho sorriso –sono loro a tenermi qui, beata nei velluti grotteschi d’un palco che guarda sul tuo cuore. (1)     Cfr. Guido Gozzano, “L’amica di nonna Speranza”, I Colloqui (1911), v. 32. Pubblicato su: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n. Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis , p. 24

Esercitazioni al pianoforte

Qualcosa gocciola dalla penombra rampicante sui muri, in corridoio. È un sentore di musica arcana, il pregno brivido del golfo mistico quando inizia il serpeggio degli accordi. E infatti: cadon boccoli argentini, la pioggia carezzevole del piano- forte. Incontran lo specchio dei miei orecchi e si frangono in stille, in mille lucciole. Non so distinguere Mozart o Handel, né padroneggio la danza sofistica che si arzigogola su un pentagramma. Ma quel fantasma di corde ha una voce, anzi, più d’una. Non sarà la pioggia nel pineto e nemmen sarai Ermione tu che m’aspetti; ma vuole silenzio anche questo stillar di note incerte, vuole che io mi perda nel suo bosco -per ritrovarti, aprendo quella porta, seduto al consüeto pianoforte. Pu bblicata in: AA.VV., Dieci anni I, a cura di I.v.a.n. Project, Villasanta (MB) 2017, Limina Mentis , p. 23.

Lo stile moresco: una storia multiculturale alla LUM

S’intitolava “Stile moresco” la conferenza che ha chiuso il mese di ottobre per la Libera Università di Manerbio (LUM). Il 26 ottobre  2017,  si è riunita per ascoltare la prof.ssa Graziella Freddi .             La Cappella Palatina a Palermo. “Moresco” deriva da “moro”, a sua volta proveniente dal latino Maurus : “abitante della Mauritania”, intesa in senso più esteso di quello attuale. È uno stile architettonico e decorativo elaborato in seno al mondo musulmano, ma che ha ispirato anche capolavori europei.             L’assenza d’immagini di esseri reali in luoghi pubblici, volta a scoraggiare l’idolatria, diede impulso allo sviluppo di intarsi e decorazioni non figurative di intere pareti: i famosi “arabeschi” . I motivi geometrici denotavano anche lo sviluppo della matematica e costituivano una simbologia del cosmo (4 stagioni, 12 mesi…). A questi, si agg...

Vivaldi: dall’oblio al ritorno alla fama

Chi non ha mai sentito parlare del compositore Antonio Vivaldi (Venezia 1678- Vienna 1741) ?  Così famoso oggi, morì dimenticato e in rovina. I manoscritti delle sue composizioni musicali, fra eredità, passaggi di mano, lasciti e acquisti, riemergeranno all’inizio del Novecento. L’avventurosa vicenda è stata romanzata da Federico Maria Sardelli, in: L’affare Vivaldi (Palermo 2015, Sellerio).  Il trio Franco Nobis, Marco Tansini e Silvia Sesenna Una serata nel salone di rappresentanza del Municipio manerbiese è stata intitolata, appunto: “Vivaldi: dall’oblio al ritorno alla fama”. Era stata organizzata dal Comune (Assessorato alla Cultura) e dall’associazione Amici della Biblioteca di Manerbio. La data era il 22 ottobre 2017.             Erano stati invitati Franco Nobis (flauto), Marco Tansini (flauto) e Silvia Sesenna (clavicembalo). Prima di ogni pezzo musicale, veniva esposta una “puntata” ...

Religiosità in mostra: fotografare lo spirito

La festa della Beata Vergine del Rosario (7 ottobre) , notoriamente, a Manerbio è “la Seconda [Domenica] di Ottobre”. Quest’anno, la consueta mostra organizzata dal Fotoclub Manerbio ha pensato bene di scegliere un tema concordante: “Religiosità” . L’esposizione è rimasta aperta dal 7 al 9 ottobre 2017, nella Sala Mostre del palazzo municipale.  Parte della mostra "Religiosità" del Fotoclub Manerbio. Di Domy Pizzamiglio era l’inquadratura di due piedi devotamente scalzi, al Santuario Le Fontanelle di Montichiari. In Rue Saint-Anselme (Aosta), le prime lettere di una firma della moda formavano un “Dio” imprevisto. Da Borgo San Giacomo, venivano le immagini del Tempio Sikh: un frammento d’India trapiantato nella Bassa. E sempre indiano è il Baisakhi : la festività primaverile dell’anno nuovo , nonché commemorazione della nascita del sikhismo. Una partecipante a detta ricorrenza portava un velo simile a quello che indossavano le nostre nonne e bisnonne per recarsi in...

La voce dell'organo

La violinista Lina Uinskyte e l'organo Amati di Manerbio. Più volte, le cronache manerbiesi l’hanno annunciato: la parrocchia di San Lorenzo Martire intendeva restaurare l’organo della pieve , danneggiato da un incendio il 31 maggio 1989. L’intenzione è ormai divenuta realtà. Dall’1 al 15 ottobre 2017, hanno avuto luogo i concerti inaugurali, in cui è stato protagonista l’organo “Angelo Amati 1856” . Della vicissitudine, ha volentieri parlato Giuseppe Migliorati: organista per passione e coordinatore della commissione parrocchiale che si è occupata del restauro. Ha spiegato, innanzitutto, le differenze fra lo strumento firmato “Amati” (casa organaria pavese) e quello che fu colpito dal famoso incendio. «Tra il 1940 e il 1949, l’organo è stato riformato: nel presbiterio, sono state poste due tastiere ed è stata aggiunta la trasmissione elettrica. La parte meccanica in cantoria era stata rimossa. Il nuovo strumento si componeva così di due parti: l’organo Amati e quello aggiun...