Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2016

La nipote del diavolo - II, 4

Parte II: La Regina di Spade 4. Nilde trascinò il borsone su per le scale. «La tua stanza è in fondo al corridoio» spiegò Irene Serra. La ragazza si guardò intorno. L’abitazione della sua maestra di spada sorgeva in una zona tranquilla e periferica di Pavia, nel mezzo di un giardinetto privato. Aveva un salotto ampio e arioso, con un pianoforte – e diverse katane appese al muro. Si era aspettata di trovarvi una profusione di quadri e quadretti paesaggistici, come accadeva spesso nelle case di quel tono. Ma Irene sembrava preferire una forbita sobrietà. Le uniche decorazioni erano rappresentate da caratteri giapponesi, dipinti su carta e incorniciati. Insieme alle lame, erano il segno d’un passato inaccessibile a Nilde.             «Dopo aver disfatto i bagagli, potrai rinfrescarti» proseguì la padrona di casa, con la sua tersa e profonda voce di contralto. «La cena è alle sette e mezza esatte».             «Grazie…» fece la ragazza, di rimando. Cercò di sciogliere

Requiem

"...anche per l'albero c'è speranza: se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, al sentore dell'acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta. L'uomo invece, se muore, giace inerte, quando il mortale spira, dov'è? Potranno sparire le acque dal mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi, ma l'uomo che giace più non s'alzerà, finché durano i cieli non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno. Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba, occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me! Se l'uomo che muore potesse rivivere, aspetterei tutti i giorni della mia milizia finché arrivi per me l'ora del cambio! Mi chiameresti e io risponderei, l'opera delle tue mani tu brameresti." (Gb 14, 7-15)

Marzotto in scena

Il 1 maggio 2016, la Festa dei Lavoratori, a Manerbio, è stata celebrata con un marcato riferimento locale. “Lavoro”, per decenni, è stato sinonimo di Lanificio Marzotto - ora, una sorta di rudere urbano. A questa storia, la compagnia teatrale “Memorando” ha dedicato uno spettacolo, intitolato - per l’appunto - “Marzotto”. Era stato pensato per la rappresentazione nel piazzale antistante l’ex-lanificio, ma ragioni tecniche l’hanno trasferito al Politeama.              Il cast comprendeva Arun Gomera, Emma Lupatelli, Alberto Manfredini, Antonio Preti, Carla Provaglio, Anna Quadri, Giovanna Solimeo, Larissa Vetturio, Elhadji Ndiaye. La regia era di Fabrizio Caraffini. Fra gli attori, c’erano membri dell’associazione “Donne Oltre”.             Al buio completo, l’esordio è stato affidato a voci solitarie: quelle di un ragazzo ventitreenne, di una giovane segretaria che sogna col fidanzato, di una ragazza madre, di una donna con due figli. Esistenze ordinare legate con un fil di la

Scommettiamo che ci divertiamo?!

Il problema della ludopatia continua a prosperare in Italia. Ma non si rassegnano le città, che - il 7 maggio 2016 - hanno celebrato la Giornata Nazionale Slot Mob, una mobilitazione contro il gioco d’azzardo. Anche Manerbio ha aderito: in piazza Italia, diverse associazioni locali si sono riunite al grido di “Scommettiamo che ci divertiamo?!” Grandi e piccoli si sono dedicati al gioco: quello vero, che crea amicizie e non costa denaro.              L’iniziativa era firmata, oltre che dal Comune di Manerbio, dall’A.C.A.T., dalle ACLI, dall’AGE, dall’Agesci, dalla Caritas, dal Movimento dei Focolari, dall’oratorio “S. Filippo Neri”, dalla Parrocchia di S. Lorenzo Martire. A loro, si sono uniti singoli e famiglie.             Anziché slot machine, Lotto e Gratta&Vinci, a dominare la scena sono stati il ping-pong, il calcetto, il volano, i curiosi giocattoli in legno di Tino Vigilati e i tabelloni colorati de La Torre d’Avorio (associazione dedita ai giochi di ruolo e da tavol

1, 2, 3… Pronti per il Pianeta Sballo

“Dicono che non esistano due fiocchi di neve uguali. […] Solo perché non è ancora stato dimostrato il contrario. Mi piacerebbe sapere come sia possibile confrontare un fiocco di neve con tutti gli altri fiocchi che scendono dal cielo in ogni parte del mondo. È un’impresa a dir poco mastodontica, se non impossibile.” Ciononostante, “Clarabella” l’ha tentata. Queste righe si trovano sulla prima pagina della sua autobiografia pubblicata in proprio: “1, 2, 3… Pronti per il Pianeta Sballo”.             Questo curioso pianeta non è altro che la nostra vecchia Terra, folle per la quantità di “fiocchi di neve” - esseri umani - che la ricopre. “Pianeta Sballo” fu anche il primo nome del blog dell’autrice, ora "BLOGBANNATO2" , così detto per via delle censure subite.  Dietro lo pseudonimo di “Clarabella”, c’è una signora manerbiese che - più di vent’anni fa - partì con lo zaino in spalla, per la semplice voglia di girare il mondo. Alla grande città, non chiese molto: soltanto u

Dove va l’Italia? Due incontri tra scuola e diritto

Dagli schermi televisivi, vanno di moda i richiami al “nuovo”, all’ “Italia che dice sì”. Ma “sì” a cosa? La prof.ssa Rosaria Tarantino e la CGIL - Camera del Lavoro di Brescia hanno cercato di rispondere con due incontri nell’Aula Magna dell’I.I.S. “B. Pascal” di Manerbio.              Il primo incontro ha avuto luogo il 22 aprile 2016, col titolo: “I mutamenti dell’assetto costituzionale italiano: cambiare per andare dove?” Il tema erano quelle variazioni al testo della Costituzione che verranno sottoposte al referendum di ottobre. Ne ha parlato il prof. Antonio D’Andrea, docente di Diritto costituzionale all’Università degli studi di Brescia.             Non è la prima volta che l’Italia va incontro a una riforma della Costituzione (ne hanno avuto luogo una nel 2001 e una ne 2006). In questo caso, però, al suo successo è legato anche l’esito della carriera politica del primo ministro in carica. La novità consisterebbe proprio in questo personalismo.             Come gli al

Le isole al termine del mondo

“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.” Questa citazione di Edgar Allan Poe accompagnava le “calde memorie” di Fabio Sterza, nella forma di fotografie. Esse erano raccolte nella Sala Mostre del municipio di Manerbio, sotto il titolo “Lofoten: le isole al termine del mondo”. L’inaugurazione dell’esposizione ha avuto luogo il 6 maggio 2016.              Sterza, per l’appunto, è un fotografo amatoriale. Il suo primo viaggio in Norvegia fu nel 1990, a Capo Nord. Poi, scoprì le isole Lofoten, “il paradiso dei fotografi”. In compagnia del fido Giuseppe Trementini , per gli amici Beppino, «che è stato un instancabile guidatore, senza il suo aiuto non sarei riuscito a fare alcune foto e, naturalmente, munito di tanta pazienza, visto che non è fotografo», ha attraversato quelli che assomigliano molto ai limiti settentrionali del mondo. Sterza è soprattutto un “cacci

25 aprile: scandalo, pietre d’inciampo e storie di vita

Il 25 aprile 2016 è il 71° anniversario della Liberazione. Come di consueto, a Manerbio è stato commemorato con una Messa in chiesa parrocchiale e con celebrazioni di piazza. Gli Alpini hanno deposto una corona d’alloro sul monumento alla Resistenza, in Piazza Aldo Moro. Erano presenti bambini e ragazzi delle scuole, le autorità comunali e rappresentanze delle associazioni locali.              Il cosiddetto “Piazzolo” di via XX Settembre è stato scelto per il saluto del sindaco Samuele Alghisi - per l’occasione, fregiato del suo cappello da Alpino. La commemorazione storica è spettata alla prof.ssa Maria Piras. Le sue parole hanno resuscitato Giuseppe Bassani (Gottolengo 1926 – Mathausen 1945). Chiamato alle armi dalla Repubblica Sociale Italiana, preferì unirsi alla brigata Matteotti, in Valtellina. Catturato da soldati italiani, fu deportato nel lager di Mathausen, ove morì. A lui è dedicata la sezione manerbiese dell’A.N.P.I., Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Poco p

Note di solidarietà

Gocce di Solidarietà, associazione manerbiese che si occupa di minori con difficoltà familiari, compie quindici anni. È stato un compleanno in grande stile, salutato dalle note del rock italiano. Il 16 e il 23 aprile 2016, al Teatro Civico “M. Bortolozzi”, hanno tenuto concerti di beneficenza rispettivamente i Cheap Wine e la band di Graziano Romani.              I primi sono di Pesaro. Possono vantare una longeva carriera di autoproduzione, essendo attivi dal 1997 e avendo inciso undici dischi. Hanno sempre rifiutato il mondo della televisione e della grande distribuzione, per non dover scendere a compromessi circa la qualità della propria musica. In compenso, sono stati trasmessi via radio anche negli Stati Uniti e contano su uno “zoccolo duro” di fan, che li hanno seguiti anche a Manerbio. Una rivista ha definito il loro genere “rock noir”. In effetti, i loro testi (firmati da Marco Diamantini, cantante e chitarrista) hanno per protagonisti ergastolani, serial killer, vampiri

I giovedì tematici: quattro chiacchiere sulla società

Non sono state affatto “chiacchiere da bar” quelle tenutesi al Ragtime Café di Manerbio in tre serate. Il 7, il 14 e il 21 aprile 2016 sono stati “I giovedì tematici” organizzati dal giornalista e scrittore Diego Baruffi.              Il primo riguardava “La dipendenza dal gioco”. La relatrice era la dott.ssa Greta Savio, psicologa e psicoterapeuta. La famosa “ludopatia” è in tutto simile ad altre forme di dipendenza. Attualmente, è incoraggiata dalla facilità di reperire i mezzi per sfidare la sorte, che si tratti dei Gratta&Vinci, del Lotto o delle famose “slot machine”. Questa disponibilità rende spesso subdolo e inconsapevole l’inizio della dipendenza. Lo Stato, per giunta, ricava elevate entrate di denaro dal gioco d’azzardo. Oltretutto - ha sostenuto la dott.ssa Savio - le dipendenze patologiche non sono trattate come un reale problema medico dalle strutture ospedaliere. La loro cura è affidata ai privati, soprattutto in ambito religioso (le famose “comunità di recupero

Il ritorno della spada celtica

Dopo suspense e promesse, è arrivata proprio lei: la spada celtica di Manerbio. Fu ritrovata nel 1957, in località Roncagnà, presso un’ansa del fiume Mella. Il rinvenimento fu casuale, a opera di alcuni contadini che stavano eseguendo lavori di sterro.              All’epoca, Manerbio non possedeva alcuna struttura adatta alla conservazione dei reperti. La spada fu perciò affidata ai magazzini del Museo Santa Giulia, a Brescia.             Nel 1985, il nostro paese si dotò di un Museo Civico. La bella contesa, perciò, non ha più motivo di restare lontana da casa. Il 3 aprile 2016, il museo manerbiese ha ufficialmente festeggiato un trentennio di esistenza col ritorno della spada celtica.             Al Teatro Civico “Memo Bortolozzi”, i presenti sono stati salutati da Fabrizio Bosio (assessore alla Cultura) e dal sindaco Samuele Alghisi. Maurizio Cavaciocchi, presidente del Gruppo Storico Archeologico, ha ricordato che il prezioso reperto va ad aggiungersi alle altre testimon

Vincenzo Calò intervista Leonardo Manetti

  Leonardo Manetti …  Leonardo Manetti è nato a Firenze il 12 giugno 1981. Laureato in viticoltura ed enologia, è un imprenditore agricolo che ha seguito le tradizioni della sua famiglia, proseguendo l’attività dell’azienda agricola “ Sagrona ”, nata negli anni ‘70. Ha sempre vissuto a Greve in Chianti, partecipando alla realtà socio-culturale del paese, soprattutto a quella della Società Di Mutuo Soccorso. Le sue passioni sono il suo lavoro, i viaggi, fare teatro e scrivere poesie. Ha partecipato a diversi concorsi e rassegne di poesia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nel 2013 ha ideato il suo blog, Chianti Poesia. Al contempo è uscito il suo primo libro di poesie “ sChianti ” (ed. Tempo al Libro), e con la pittrice Claudia Cavaliere ha costituito il progetto di pittura e poesia “ Quando la poesia colora la pittura ”. Ciao Leonardo… una domanda a bruciapelo: un segno dei tempi a cui non puoi rinunciare? Sicuramente Internet. Nonostante tutt

La nipote del diavolo - II, 3

Parte II: La Regina di Spade 3. Premendo leggermente la mano di Isabella, Raniero proseguì. «Insomma… questa storia della nipote del dottor Ario… che, prima, muore in un incidente e, poi, ci viene ripresentata viva… con una faccia abbastanza buona per il proprio funerale, peraltro… mi ha lasciato qualche perplessità ».             Il palmo della ragazza, sotto le dita dell’altro, cominciò a sudare. «Vorrei vedere… cosa sapresti leggermi, in merito, nei tuoi tarocchi» concluse lui, con un sottile ansito d’imbarazzo. Isabella, sulle prime, rimase in silenzio. I suoi celesti occhi di bambola si fecero, d’un tratto, metallici. Sì, avrebbe potuto raccontare a Raniero molte cose sulla faccenda di Nilde Ario, tanto chiarificatrici quanto devastanti. Magari, esordendo con: “Sai qual è il vero motivo per cui ho tagliato i ponti con la Lotus?” Non sapeva che anche Raniero le stava tacendo molto. Le stava tacendo il fatto d’aver portato per primo ad Ario la notizia della s

Storia di un alito di puzzola - La nuova raccolta di Vincenzo Calò

"C’E’ CHI AFFERMA CHE SONO BRAVO, PERCIO’ ABBIATE PAZIENZA…! Come se non bastasse, dopo C'è da giurare che siamo veri...  e In un bene impacchettato male  [le quali copie rimaste seppur si contino sulle dita di una mano (eccetto il medio) sono ancora richiedibili al sottoscritto], è uscita la mia terza raccolta di prose in versi: Storia di un alito di puzzola.  Per vantarsi un giorno d’avere quest’oggetto alternativo – che si chiama libro, ma stavolta prodotto non 'per rendere tanto economicamente, studiando poco', semmai per l’esatto opposto, affinché si possa stare in pace con se stessi, cioè con il piacere di vivere - si deve rigorosamente ordinarlo mandando una mail al seguente indirizzo: info@davidandmatthaus.it [attenzione! Gli organizzatori di eventi a esso dedicati se aspirano a riceverlo in omaggio devono rassicurare l’editore sulla vendita oltre a stabilire presumibilmente una percentuale d’introito a suo favore… purtroppo la stragrande maggioranza de

La nipote del diavolo - II, 2

Parte II: La Regina di Spade 2. Nilde e Amedeo passeggiavano stancamente, sotto gli alberi di viale Gorizia. Lei aveva infilato il braccio sotto quello di lui e lo teneva con una stretta lievemente vibrante. Nessuno dei due levava lo sguardo verso l’altro.             «Quello che mi dispiacerà di più…» espirò infine la ragazza «…sarà il doverci vedere meno spesso». Amedeo tacque. Un sottile tremito nel suo braccio comunicò il suo rammarico a Nilde. «Le mie giornate saranno scandite tra le lezioni all’università e quelle di spada» annotò lei, meccanicamente. «Spero che la Serra sarà abbastanza misericordiosa da lasciarmi qualche serata libera». Amedeo si fermò e la attirò delicatamente a sé. La ragazza percepì il battito metallico del suo cuore e – per la prima volta in cinque anni –gli occhi di lei si velarono di lacrime trattenute. «Dai, non è mica una tragedia…» conciliò il giovane. «Stai solo cambiando casa per un po’, per un’esperienza alla quale tieni,